L’Europa secondo Friedrich Merz
Dopo la vittoria del suo partito, il candidato dei popolari sarà molto probabilmente il prossimo cancelliere tedesco. Ma cosa ha in mente per l’UE?
Io sono Vincenzo Genovese,
questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles. Ma questa settimana andiamo in Germania, per un’elezione che potrebbe cambiare il corso della storia anche in Europa. Il partito più votato è stato l'Unione cristiano-democratica (CDU-CSU), con il 28,6% dei voti. Abbastanza per vincere, ma non per formare un governo da sola.
Il suo candidato, Friedrich Merz, sarà quindi molto probabilmente il prossimo cancelliere tedesco, alla guida di un esecutivo formato dal partito di centro-destra insieme ai socialdemocratici (SPD). Dopo il voto Merz ha infatti escluso una coalizione sia con i verdi, sia con il partito di estrema destra Alternative für Deutschland, le uniche altre forze politiche presenti nel prossimo parlamento oltre alla sinistra radicale (Die Linke).
Mentre a Berlino sono cominciati i negoziati, che difficilmente si concluderanno prima di Pasqua, a Bruxelles si ipotizza la piega che il nuovo governo Merz darà ai più importanti affari europei.
Sicuramente, il nuovo governo tedesco sarà più stabile e risoluto in Europa, perché composto da soli due partiti, di cui uno nettamente prevalente sull’altro. L’attuale esecutivo, una coalizione di socialdemocratici, verdi e liberali (FDP) guidata da Olaf Scholz, ha invece visto emergere spesso forti differenze di visione politica tra le sue componenti, come vi avevamo raccontato in questo numero di Spinelli.

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Un’Europa indipendente dagli Stati Uniti
“La mia priorità assoluta sarà rafforzare l’Europa il più velocemente possibile, per raggiungere una reale indipendenza dagli Stati Uniti”, ha detto Merz in un dibattito dopo le elezioni.
Il futuro cancelliere insisterà molto sulla costituzione di un sistema di difesa comune, che potrebbe essere chiamato persino a sostituire la NATO. Merz ha fatto capire di essere molto scettico sull’alleanza militare con gli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump, e per questo vuole aumentare la cooperazione fra gli Stati europei, dentro e fuori dall’UE.
Il primo passo concreto potrebbe essere un accordo con Francia e Regno Unito per estendere la “protezione nucleare” garantita dalle testate atomiche ai Paesi che non le possiedono: idea su cui sembra concordare il presidente francese Emmanuel Macron.

Un altro punto rilevante riguarda la spesa per gli armamenti, su cui Merz potrebbe fare importanti concessioni, visto che intende incrementare la percentuale del budget nazionale destinata alla difesa.
A livello interno vuole stanziare un fondo di emergenza da 200 miliardi di euro per la difesa e potrebbe accettare di modificare il principio costituzionale dello “Schuldenbremse”, che impone un limite massimo al deficit pubblico dello 0,35% del PIL all’anno, per aumentare la spesa militare.
Per lo stesso motivo, a livello europeo, potrebbe aprire all’ipotesi di emettere debito comune europeo: un’idea caldeggiata da alcuni Paesi del Sud Europa, ma finora sempre respinta dalla Germania.
Il suo governo sarà anche più deciso nel sostegno militare all’Ucraina rispetto a quello del suo predecessore, che ha sì fornito 12,6 miliardi al governo di Kyiv (principale donatore in Europa), ma anche temporeggiato a lungo sulle forniture di carri armati e missili a lungo raggio.

Retromarcia sul Green Deal? 🔙
Durante la sua campagna elettorale, Merz ha ribadito spesso la volontà di recuperare la competitività dell’industria tedesca, suggerendo sia stata penalizzata da un eccesso di burocrazia e anche da alcune regole ambientali troppo stringenti.
Di sicuro la sua coalizione di governo sarà meno green di quella precedente, in cui il presidente dei Verdi, Robert Habeck, ricopriva il ruolo di ministro dell'economia e della protezione climatica.
Oltre ai provvedimenti promessi a livello nazionale, come la revisione di una legge per eliminare i sistemi di riscaldamento domestico a combustibili fossili e la reintroduzione degli sconti fiscali sul diesel per i trattori, questa nuova linea potrebbe incidere anche sulla legislazione europea.
La vittoria in Germania segna infatti un punto importante per il Partito popolare europeo, a cui già appartengono i capi di governo di molti Paesi dell’UE. Da tempo il PPE sta cercando di rallentare, posticipare o indebolire alcune leggi per la tutela dell’ambiente o la lotta al cambiamento climatico, in certi casi riuscendo nel suo intento.
Nello specifico, il partito di Merz è apertamente contrario al divieto di vendita per le auto con motore a combustione a partire dal 2035: una deadline su cui sono in molti a essere scettici, come vi avevamo raccontato in questo episodio di Spinelli.
Invece, il futuro cancelliere sembra più aperto del suo predecessore all’utilizzo dell’energia nucleare: durante il governo Scholz la Germania si è fermamente opposta all’ipotesi di includerla tra le fonti considerate rinnovabili dall’UE (e quindi maggiormente finanziate).
La posizione sui temi ambientali, comunque, dipenderà dal contratto di governo fra l’Unione CDU-CSU e la SPD, che quantomeno sono d’accordo nel perseguire la transizione ecologica e mantenere il 2045 come target per la neutralità climatica della Germania (cinque anni prima rispetto a quello attuale dell’UE).
Una linea dura sull’immigrazione
“Nei prossimi quattro anni abbiamo due grossi problemi da risolvere: l’immigrazione e l’economia”, aveva detto Merz durante il dibattito finale prima del voto.
Il primo è stato uno dei temi principali della campagna elettorale, anche a causa di una mossa controversa dello stesso candidato cristiano-democratico. Il 29 gennaio, una mozione parlamentare presentata dal suo partito che chiedeva misure più stringenti contro l’immigrazione irregolare è stata approvata in Parlamento grazie ai voti di Alternative für Deutschland, scatenando l’indignazione di molti esponenti politici tedeschi, compresa l’ex cancelliera Angela Merkel.

Merz ha poi preso le distanze da AfD, e ribadito l'indisponibilità a un’alleanza di governo con la destra radicale, ma sulla questione migratoria le posizioni dei due partiti non sono troppo distanti (qui vi avevamo parlato di quelle di AfD).
Nel suo manifesto elettorale, la CDU-CSU ha delineato una serie di misure per fermare l’immigrazione irregolare: se messe in atto, alcune coincidono con la direzione intrapresa anche dalle politiche europee, altre potrebbero confliggere con le stesse regole dell’UE.
Ad esempio, l’accelerazione delle procedure per i rimpatri di persone migranti a cui è stata rifiutata la richiesta di asilo è una necessità espressa anche dalla Commissione, che entro marzo presenterà una direttiva sul tema.
Potrebbe invece creare problemi la proposta di controllare le frontiere tedesche per respingere migranti irregolari: la Germania confina soltanto con Paesi dell’Area Schengen, e dovrebbe quindi mantenere le proprie frontiere aperte al passaggio di persone e merci.
Al momento è in vigore una sospensione fino a metà settembre, ma una reintroduzione permanente dei controlli di confine confligge con il diritto europeo.
Allo stesso modo, la volontà di trasferire tutti i richiedenti asilo in un Paese terzo considerato sicuro, al di fuori dell’UE, in attesa di esaminare la loro domanda di protezione internazionale, non è prevista dal Patto migrazioni e asilo. Ma altri governi europei stanno valutando l’ipotesi, con il protocollo firmato fra Italia e Albania a novembre 2023 come possibile modello.
Altre cose successe in Europa questa settimana 🇪🇺
Il candidato alla presidenza della Romania Călin Georgescu è stato fermato dalla polizia per essere interrogato. A dicembre 2024 la sua vittoria al primo turno delle elezioni presidenziali era stata invalidata dalla Corte costituzionale romena per violazione delle regole elettorali, dopo che un rapporto dell’intelligence aveva svelato la presenza di bot, account falsi e probabili interferenze straniere nella sua campagna elettorale.
Il Consiglio dell’UE ha deciso di sospendere una serie di misure restrittive in vigore contro la Siria, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad (del tema vi avevamo parlato qui).
La Commissione europea ha presentato il Clean Industrial Deal, una strategia per supportare la competitività dell’industria europea, oltre a un piano d’azione per garantire energia a prezzi accessibili e a un pacchetto di proposte per semplificare le regole europee per le imprese chiamato “Omnibus”.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato l’omologo statunitense Donald Trump alla Casa Bianca per discutere dei negoziati su una possibile tregua in Ucraina. Durante l’incontro con i giornalisti, Macron ha corretto Trump sugli aiuti all’Ucraina.
📚 Nuove opportunità di formazione
Tra i progetti finanziati dai fondi di coesione europei c'è la Fondazione "Tech&Food Academy - Nuovi saperi per l'agroalimentare", con sede a Parma. Fra il 2014 e il 2020 ha permesso a quasi 150 persone di specializzarsi nella gestione dei processi produttivi e nel controllo delle materie prime alimentari.
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