Assad è caduto e l'UE discute dei rifugiati siriani
La caduta del regime di Bashar al-Assad è stata accolta positivamente nell’Unione. Ma non mancano le incognite, a partire dalla questione migratoria
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Guerre, rivolte e colpi di Stato hanno coinvolto negli ultimi anni molti Paesi alle porte dell’UE, dalla Bielorussia al Nordafrica, al Medio Oriente.
L’ultimo riguarda la Siria, uno Stato di 23 milioni di abitanti affacciato sul Mar Mediterraneo e logorato da una lunga e complessa guerra civile iniziata nel 2011. In poco più di una settimana, tra novembre e dicembre, il gruppo militare Hayat Tahrir al-Sham (HTS), anche noto come “Organizzazione per la liberazione del Levante”, ha conquistato la capitale Damasco e preso il controllo del Paese, costringendo alla fuga il presidente Bashar al-Assad, in carica da 24 anni.
🕓 Questa newsletter oggi conta 1.502 parole e si legge tutta in 7 minuti.
🇪🇺 La reazione dell’UE alla caduta di Assad
I leader politici europei hanno reagito in modo positivo a quanto accaduto, perché il governo di Assad era considerato un “regime criminale”, autore di persistenti violazioni dei diritti umani. Dallo scoppio della guerra civile, l’UE ha sospeso la cooperazione con la Siria, ha fermato le importazioni di petrolio e le esportazioni di armi nel Paese e ha imposto sanzioni a 86 entità e 318 individui, fra ministri, ufficiali dell’esercito e altri personaggi in vista.
Questo “momento storico per il popolo siriano” offre opportunità, ma presenta anche rischi, come ha scritto la presidente Ursula von der Leyen, che all’inizio della prossima settimana sarà in Turchia per discutere la questione con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
Perché i successori di Assad sono un gruppo jihadista, in passato affiliato ad Al Qaida e per un periodo alleato dell’ISIS, che l’Unione europea e le Nazioni Unite considerano un’organizzazione terroristica.
Ufficialmente, l’Unione europea chiede di rispettare l’integrità territoriale del Paese, di proteggere le minoranze religiose e di procedere con una transizione pacifica verso un sistema democratico, in cui sia la popolazione siriana a decidere il proprio governo.
Anche per questo, il prossimo passo potrebbe essere concordare con l’ONU la rimozione del gruppo Hayat Tahrir al-Sham dalla lista delle organizzazioni terroristiche, e quindi riconoscerne il ruolo come legittimo governo transitorio della Siria.
In generale, la sensazione che emerge dalle parole dell’Alto rappresentante UE per gli Affari esteri, Kaja Kallas, è che la Siria sia parte di un confronto geopolitico molto più esteso. La stabilizzazione del Paese sarebbe importante anche per evitare ogni possibilità di un ritorno al potere di Assad, il cui regime era un importante alleato sul Mediterraneo di Iran e Russia, opposti all’UE nella guerra in Ucraina.
La storia del gruppo Hayat Tahrir al-Sham, che ha rovesciato il regime di Assad, è stata raccontata su Chora e Will da Cecilia Sala 📹
🔙 I Paesi dell’UE vogliono rimandare in Siria i migranti
Un’altra sensazione diffusa è che molti Paesi europei vogliano rivedere le proprie politiche migratorie dopo il cambio al potere a Damasco.
Nei tredici anni della guerra civile, milioni di persone sono scappate dalla Siria e una parte di loro si è trasferita in Europa, attraverso la cosiddetta rotta balcanica e quella del Mediterraneo orientale. In Germania, il Paese che ne ospita di più, vivono oggi quasi un milione di siriani.
Ancora oggi, i cittadini siriani rappresentano la nazionalità più numerosa fra le persone migranti che arrivano irregolarmente nell’UE, e fra i richiedenti asilo nei Paesi europei (oltre 183mila nel 2023).
La maggior parte di loro ottiene quasi sempre lo status di rifugiato, proprio perché in fuga da un Paese martoriato dalla guerra e fino a poco tempo fa guidato da un regime dittatoriale. L’Agenzia europea per l’asilo stima un tasso di riconoscimento di un qualche tipo di protezione (e quindi di un permesso di soggiorno) per i siriani superiore al 90% negli ultimi due anni.
Ma le cose potrebbero cambiare presto. Alcuni Paesi stanno infatti valutando di riconsiderare la situazione in Siria: in assenza di un regime dittatoriale, dovrebbero cessare anche le persecuzioni e quindi i rischi per i cittadini che abbandonano il Paese. Che non avrebbero quindi necessità di chiedere asilo in Europa, e potrebbero essere respinti in Siria.
Tanto che diversi Stati hanno già sospeso o sospenderanno l’analisi delle richieste d’asilo dei siriani, in attesa di futuri sviluppi: Austria, Germania, Francia, Belgio e Grecia, oltre al Regno Unito, riporta il quotidiano Politico. Cipro aveva annunciato una misura simile ad aprile, a causa di un arrivo massiccio di richiedenti asilo politici via mare. Anche l’Italia ha fermato i procedimenti di valutazione: decisione presa dopo una riunione d’emergenza del Consiglio dei ministri.
L’Austria sembra pure pensare al passo successivo: rimpatriare i cittadini siriani che vivono sul proprio territorio, revocando l’asilo a chi lo ha ricevuto perché in fuga dal regime di Assad. Il cancelliere Karl Nehammer ha detto che il Paese “supporterà tutti coloro che vogliono tornare a casa”, mentre il suo ministro dell’Interno Gerhard Karner ha dato ordine di preparare un “piano di rimpatri”.
🎙️ Di cosa sta succedendo coi rifugiati siriani abbiamo parlato in questa puntata di Closer, il podcast realizzato grazie a chi sostiene Will con la membership 🎙️
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Cosa succede alle persone migranti, rifugiate e richiedenti asilo in Italia? Abbiamo approfondito il tema in questo video sul nostro canale YouTube, provando a ricostruire cosa accade a queste persone una volta sbarcate sulle nostre coste: dalle rotte migratorie ai centri di accoglienza, dalle storie di chi fugge da guerre e persecuzioni, fino alle sfide dell'integrazione.
⚠️ La Siria però è (ancora) pericolosa
Il Consiglio d’Europa, che non è un’istituzione dell’UE ma monitora l’applicazione dei diritti fondamentali, avverte del rischio di organizzare “rimpatri frettolosi” per persone che in Siria potrebbero comunque essere in pericolo.
Secondo il commissario ai Diritti umani Michael O’Flaherty, la situazione in rapida evoluzione in Siria richiede “decisioni caute e basate sui fatti”.
Non è l’unico a temere che il governo transitorio al potere possa portare con sé violenza, frammentazione e persecuzioni, mentre dalla Siria arrivano immagini di esecuzioni sommarie, fucilazioni di uomini in ginocchio e cadaveri trascinati per le strade.
Il leader del gruppo Hayat Tahrir al-Sham Ahmed Hussein al-Shar’a ha promesso tolleranza e preso le distanze dal suo passato estremista in una recente intervista alla CNN, presentandosi con il suo nome vero invece di quello di battaglia con cui è conosciuto, Abu Mohammed al-Golani. Ma i dubbi sulla nuova Siria, almeno per ora, rimangono.
Nella nuova puntata di Globally Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti parlano con Valeria Talbot di come la Turchia abbia consolidato la sua influenza regionale sostenendo HTS, principale forza anti-Assad, sostituendosi a Russia e Iran come potenza dominante in Siria.
I siriani sono stati i richiedenti asilo più numerosi in UE nel 2023
🇪🇺 Altre cose successe in Europa questa settimana
Il Consiglio dell’UE ha approvato definitivamente l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen. Da gennaio 2025, non si applicheranno più controlli di frontiera ai confini di questi due Paesi con altri Stati membri dell’Unione. L’Area Schengen comprende 29 Paesi: tutti quelli dell’UE tranne Cipro e Irlanda, più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. Al momento però la libera circolazione nell’Area Schengen è sospesa alle frontiere di nove Paesi membri, che hanno temporaneamente reintrodotto i controlli su alcuni dei propri confini, un fatto che non è sfuggito agli autori della direttiva DG Meme.
Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha nominato François Bayrou come nuovo primo ministro. Della crisi politica in Francia vi avevamo parlato in questo numero di Spinelli.
La Banca centrale europea ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 3%.
🎓 Università più sostenibili
Da Bruxelles andiamo nelle Marche, per parlare dell’efficientamento energetico delle università locali. Un programma di gestione dell’energia che serve ad alimentare aule, laboratori, biblioteche e uffici di Università Politecnica di Ancona, Università di Macerata, Urbino e Camerino, finanziato anche con fondi di coesione europei, permetterà di risparmiare ogni anno oltre 4,5 Gigawattora, e di conseguenza oltre 2mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica.
💻 Ci vediamo online: parliamo di legge di bilancio, giovani, lavoro e sanità
Vi aspettiamo lunedì 16 dicembre alle 19:30 per un appuntamento virtuale (ci vediamo in call, così potete partecipare tutti!) e soprattutto interattivo con gli iscritti alla membership in cui potrete partecipare in prima persona e interagire con Camilla Ferrario, Clara Morelli, Carlo Notarpietro e Francesco Oggiano.
La fine dell’anno si avvicina ed è il momento della legge di bilancio: in questo appuntamento vi racconteremo le ultime novità, con un focus particolare su giovani e sanità, ma soprattutto risponderemo alle vostre domande.
🧡 Ci vediamo a Reggio Calabria!
Prima di salutarci, ecco un appuntamento per incontrarci di persona:
Una mattinata di workshop in compagnia del team di Will e di Carmelo Traina per riflettere sul futuro di Reggio Calabria, dal punto di vista dei giovani che ci vivono
Il motto della nostra community è sempre stato prendi parte al futuro. Da oggi anche tu puoi prendere al futuro di Will sostenendoci direttamente, tramite il nostro programma di membership: questa newsletter e tutti gli altri contenuti che hai sempre trovato su Will continueranno a essere gratuiti, ma potrai accedere a nuovi podcast, newsletter dedicate e approfondimenti speciali a cura del nostro team 👇
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