La crisi dell’automobile in Europa
Le case automobilistiche europee arrancano e la transizione alla mobilità elettrica non decolla
Ciao, io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Questa settimana la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha inaugurato il “Dialogo strategico sul futuro dell'industria automobilistica europea”, nel tentativo di aiutare un settore in grande crisi, in cui lavorano oltre 13 milioni di persone nell’UE.

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🚗 Una brutta annata per l’industria dell’auto
Nel 2024 sono stati immatricolati nell’Unione europea 10,6 milioni di veicoli, con una crescita dello 0,8% rispetto al 2023. Un incremento molto contenuto, che chiude cinque anni difficili innescati dalla crisi pandemica: rispetto al 2019, oggi nell’Unione europea si vendono quasi tre milioni di auto in meno.
In molti grandi Paesi europei il dato del 2024 è persino negativo: -3,2% in Francia, -1% in Germania, -0,5% in Italia. Complessivamente pesa molto il calo delle vendite del mese di agosto 2024 (-18% rispetto allo stesso mese del 2023), ma ogni Paese registra tendenze differenti.
La situazione è molto problematica soprattutto per alcune aziende. Il gruppo Stellantis, che include diverse case automobilistiche tra cui Fiat, Peugeot e Citroën, ha venduto oltre 134 mila macchine in meno rispetto al 2023, con un calo del 7,2%.
Le automobili più acquistate nell’UE restano quelle a benzina, il 33,3% del totale, seguite dalle ibride (30,9%). I veicoli totalmente elettrici corrispondono invece al 13,6% del totale, e le vendite sono scese del 5,9% nel 2024.
Quest’ultimo dato preoccupa perché solo le auto totalmente elettriche rientrano fra quelle a zero emissioni di gas climalteranti, che potranno essere messe sul mercato nell’UE anche dopo il 2035. La speranza dell’industria dell’auto è che possano sostituire quelle tradizionali nelle vendite.
Della crisi di Stellantis abbiamo parlato lo scorso dicembre sul nostro canale YouTube
⛔️ Le leggi europee danneggiano il settore automobilistico?
Le conseguenze di questa crisi si fanno sentire in Europa, tra stabilimenti in chiusura e licenziamenti di massa. Le cause sono diverse: c’entrano l’inflazione, il potere d’acquisto dei cittadini europei, la concorrenza straniera che occupa i mercati esteri dove prima dominavano i marchi europei, e per alcuni anche le leggi dell’UE.
Dato che quelle derivanti dai trasporti corrispondono al 25% del totale delle emissioni di gas climalteranti nell’Unione europea, la Commissione punta a una riduzione del 90% entro il 2050, per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica su cui si basa il Green Deal.
Ciò si traduce in regole stringenti anche per le nuove automobili immesse sul mercato nell’UE. Un regolamento approvato nel 2019 fissa dei limiti progressivi di emissioni che ogni casa automobilistica deve rispettare per l’intero parco auto, cioè l’insieme dei veicoli che vende nei Paesi dell’Unione: in questo modo i costruttori sono incentivati a produrre modelli meno inquinanti.
Dal 2025 il limite sarà di 93,6 grammi per chilometro percorso, per poi diminuire ancora nel 2030 e arrivare a zero dal 2035.
Queste soglie prevedono “aggiustamenti” basati sul numero di auto a emissioni zero vendute, ma i produttori che le sforano devono pagare sanzioni per ogni grammo di gas climalteranti in più.
L’amministratore delegato di Renault Luca de Meo ha stimato 15 miliardi di multe a carico delle aziende automobilistiche, cifra che peserebbe inevitabilmente sui loro bilanci e contribuirebbe ad aggravare la crisi.
🔎 L’UE in cerca di soluzioni
L’iniziativa appena lanciata dalla Commissione prevede riunioni periodiche con i rappresentanti delle case automobilistiche, dei fornitori, delle parti sociali e degli altri soggetti interessati, al fine di elaborare proposte dettagliate per assicurare “la competitività, la sostenibilità e la resilienza a lungo termine” dell'industria automobilistica europea. Il risultato sarà un “piano d’azione” che verrà presentato il 5 marzo, ha detto von der Leyen.
Qualche decisione relativa al settore, comunque, è già stata presa. Come l’introduzione di dazi sulle importazioni in Europa di auto elettriche prodotte in Cina, visto che le case automobilistiche cinesi sono accusate di praticare concorrenza sleale perché sovvenzionate dal governo di Pechino.
Ma i produttori europei non sono convinti sia la soluzione, anche perché alcuni di loro hanno stabilimenti operativi in Cina e perché il Paese asiatico risponderebbe tassando a sua volta le auto importate dall’Europa: tanto che BMW, insieme a Tesla, ha fatto causa alla Commissione contro il provvedimento.
Alcune forze politiche e diversi governi sostengono la necessità di rivedere proprio le leggi europee sulle emissioni dei veicoli. Il Partito popolare europeo, il gruppo politico più numeroso dell’Eurocamera, ha presentato un documento in cinque punti sulla competitività del settore automobilistico, che chiede tra le altre cose di esentare le auto alimentate con carburanti biologici (“bio-fuels”) dal divieto.
L’Italia e altri Paesi vogliono anticipare la clausola di revisione del regolamento, come vi avevamo raccontato nel numero di Spinelli del 27 settembre.
Pur non contestando apertamente la deadline del 2035, il governo italiano vuole ottenere incentivi per le auto a zero emissioni e scongiurare le sanzioni che toccherebbero già quest’anno alle case automobilistiche che oltrepassano i limiti.
Su quest’ultimo tema, la presidente von der Leyen ha lasciato aperta la porta: “Serve equità, ma anche flessibilità”, le sue parole in una conferenza stampa.
Dall’altra parte, i sostenitori del Green Deal ribadiscono l’importanza di mantenere dei limiti rigidi sulle emissioni delle automobili, per rispettare la tabella di marcia generale della decarbonizzazione. Anche alla luce dei dati allarmanti sul riscaldamento globale: il 2024 è stato il primo anno in cui la temperatura media ha superato di oltre 1,5 gradi i livelli preindustriali, soglia stabilita nell’Accordo di Parigi sul clima.
La direttiva DG Meme
Non è Spinelli senza la direttiva DG Meme. La Commissione europea ha presentato un piano per la competitività chiamato “EU Competitiveness Compass”, con l’obiettivo di ridurre la burocrazia e semplificare le normative. Non sono mancate le ironie per l’ennesimo piano strategico.
🇪🇺 Altre cose successe in Europa questa settimana
I Paesi dell’UE hanno concordato la sospensione graduale delle sanzioni alla Siria, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad e sospeso il diritto di viaggiare nell’UE senza visto per diplomatici e membri del governo georgiano. Vi avevamo raccontato le situazioni in Siria e Georgia su Spinelli.
Il Consiglio di Stato francese ha sospeso una legge che proibiva di vendere prodotti vegetali chiamandoli con nomi associati alla carne, come “bistecche vegetariane” o “salsicce vegane”.
Al Parlamento europeo si è costituita una nuova commissione dedicata alla questione abitativa nell’UE (HOUS). La presiede l'eurodeputata del Partito democratico Irene Tinagli.
🏡 Un aiuto per una casa a prezzi sostenibili
A proposito di abitazioni a prezzi sostenibili, a Trapani un progetto finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ha permesso di riqualificare 22 alloggi di edilizia residenziale e due campetti di calcio a cinque per le attività sportive del quartiere.
🗓️ Ci vediamo a Brescia!
🗓️ Sabato 1 febbraio - ore 10:30
📍 Sala di lettura 140 - via Milano 140, Brescia
Un episodio speciale live del podcast Città, in cui con Mattia Battagion esploriamo il ruolo cruciale dei cittadini nella lotta al cambiamento climatico a livello urbano.
Racconteremo alcune delle esperienze più innovative della città: dalle “citizen’s assembly” di Parigi ai bilanci partecipativi verdi di Lisbona; dall’assemblea cittadina per il clima di Bologna al percorso del Piano aria clima del Comune di Milano.
Ci soffermeremo su quanto sta avviando il Comune di Brescia con il percorso partecipativo che porterà alla costruzione del Piano Aria e Clima della città, per scoprire come la partecipazione dei cittadini non sia solo un esercizio di democrazia, ma porti benefici concreti.
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