L’Italia contro il divieto di vendita delle auto a benzina
Il ministro Adolfo Urso vuole anticipare la clausola di revisione del regolamento europeo che vieta nuove auto a combustione dal 2035
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Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Mentre i nuovi commissari europei si preparano alle audizioni di conferma al Parlamento, nell’UE si torna a discutere di un provvedimento che avrà un grande impatto sulla vita dei cittadini europei: lo stop alla vendita delle auto con motore a combustione a partire dal 2035.
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🇮🇹 Il governo italiano vuole ridiscutere lo stop previsto per il 2035
Si tratta di un provvedimento cardine del Green Deal, il piano europeo per azzerare le emissioni nette di gas climalteranti dell’UE entro il 2050, e trasformerà radicalmente la mobilità. Secondo la norma ora in vigore, dopo il 2035, saranno proibite le immatricolazioni non solo delle automobili alimentate a benzina e diesel, ma anche di quelle ibride e a gas, che producono comunque emissioni, ma in misura minore.
Resterebbero autorizzate alla vendita in Europa solo le auto completamente elettriche, quelle a idrogeno e altri eventuali veicoli con tecnologie pulite ancora non presenti sul mercato.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha proposto di anticipare dal 2026 ai primi mesi del 2025 l’attivazione di una clausola di revisione prevista dal regolamento che sancisce il divieto.
La clausola, inserita all’Articolo 15, obbliga la Commissione europea a riesaminare nel 2026 “l’efficacia e l’impatto del regolamento”, con la possibilità di proporre una modifica a Consiglio e Parlamento europeo.
La clausola di revisione è importante perché potrebbe permettere di cambiare la misura cardine dell’intero regolamento, ossia quella che prevede di azzerare tutte le emissioni dei nuovi autoveicoli a partire dal 2035.
La modifica, ha spiegato Urso, potrebbe posticipare la data di entrata in vigore del divieto, inserire deroghe che permetterebbero di vendere anche dopo il 2035 alcuni tipi specifici di veicoli con motore a combustione, o ancora legare gli obiettivi del regolamento a un piano di investimenti.
🚗 Perché l’Italia vuole cambiare la regola?
Il ministro Urso sostiene che il divieto stia provocando una grave crisi per i produttori europei di automobili, in grado di “mettere a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro in tutta Europa”.
Secondo Urso, i dati di produzione e di vendita di auto in Europa sono in netto calo perché le persone comprano meno vetture “tradizionali”, ma senza sostituirle con quelle elettriche. “La transizione verso i veicoli elettrici, così come è stata concepita, non è sostenibile. Abbiamo ormai la certezza che non si raggiungeranno gli obiettivi prefissi per il 2035”.
Le immatricolazioni di automobili di agosto 2024 nell’Unione europea sono diminuite del 18,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dopo un andamento altalenante nel resto dell’anno. In totale, nel 2024, il saldo è comunque leggermente positivo: +1,4%. Ma il dato delle vendite in alcuni grossi Paesi, come Francia e Germania, è invece negativo.
E soprattutto le vendite delle auto completamente elettriche non sembrano decollare: ad agosto sono calate del 43,9% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, e in tutto il 2024 hanno rappresentato solo il 12,4% delle immatricolazioni totali.
La cosa preoccupa molti governi, visto che nell’industria automobilistica lavorano 13,8 milioni di europei, il 6,1% di tutti gli occupati nell’UE, secondo i dati della Commissione.
Le conseguenze concrete di questo calo di vendite cominciano a farsi sentire: lo stabilimento Audi di Bruxelles, dedicato alla produzione di auto elettriche, potrebbe chiudere nel 2026; in Germania Volkswagen rischia di licenziare migliaia di dipendenti e anche in Italia i sindacati del settore hanno annunciato uno sciopero nazionale per il 18 ottobre, chiedendo “misure urgenti” per fronteggiare la situazione.
☝️ Chi decide sulla clausola di revisione?
In realtà, l’Italia è sempre stata contraria a vietare la vendita delle auto con motore a combustione dal 2035. A marzo 2023 il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto si era astenuto nel voto finale sul regolamento, dopo aver tentato invano di inserire un’eccezione per i “bio-carburanti”, combustibili prodotti a partire da risorse vegetali come mais o olio di palma.
Anche Romania e Bulgaria si erano astenute, mentre la Polonia aveva votato contro. Come l’Italia, questi Paesi avevano espresso preoccupazioni per le ricadute occupazionali del divieto sulle proprie filiere produttive.
Il governo della Germania aveva invece approvato la misura, ma solo dopo una trattativa con la Commissione europea per concordare l’esenzione dei veicoli alimentati tramite “e-fuels”, carburanti sintetici prodotti estraendo idrogeno dall’acqua e CO2 dall’atmosfera, e quindi teoricamente neutri dal punto di vista delle emissioni (perché la CO2 emessa dal tubo di scappamento compensa quella recuperata dall’atmosfera).
Proprio il ministro tedesco dell’Economia Robert Habeck, che fa parte del partito dei Verdi, si è detto favorevole ad anticipare la clausola di revisione, ma al contrario di Urso ha chiarito che non vuole posticipare la deadline del 2035.
Anche altri Paesi potrebbero adottare la linea dell’Italia e spingere per un’anticipazione: secondo Urso sono già d’accordo Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia e Repubblica Ceca. A breve verrà quindi presentato alla Commissione europea un “non-paper”, cioè un documento non ufficiale che indica una posizione politica precisa.
Trattandosi di un regolamento europeo, infatti, ogni modifica deve avvenire secondo il processo legislativo ordinario e l’iniziativa spetta dunque alla Commissione. La clausola di revisione può essere anticipata al 2025 solo se la Commissione lo propone e se Consiglio e Parlamento accettano la modifica. In quel caso, i prossimi mesi saranno molto importanti per il futuro della mobilità europea.
⛽️ Le auto a benzina sono ancora le più vendute nell’UE
🚎 Nuovi bus elettrici a Milano
A proposito di mobilità e di transizione ecologica, la città di Milano ha adottato un piano che prevede di arrivare a un parco mezzi di 1200 bus elettrici nel 2030: prevede un investimento complessivo di 1,5 miliardi di euro per nuovi veicoli e infrastrutture e si tradurrà in una riduzione del consumo di gasolio di 30 milioni di litri all’anno e di emissioni di CO2 pari a 75 mila tonnellate all’anno. A finanziarlo sono anche i fondi di coesione europei.
🇧🇪 Ci vediamo a Bruxelles!
In questo Will Meets, incontreremo a Bruxelles la nostra community per discutere insieme sul come si racconta l’Europa, in un momento in cui di Europa si parla tanto.
📍 Bruxelles, martedì 8/10 ore 19:00 👇
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