La Commissione europea vuole ampliare il divieto di fumo
Una raccomandazione discussa dal Parlamento punta ad ampliare le aree “smoke-free” negli Stati dell’UE. Ma è un atto non vincolante, e tocca ai governi nazionali agire
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
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Ma torniamo a noi. Questa settimana la Commissione europea è stata definitivamente approvata dal Parlamento, con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti.
La nuova Commissione, che si insedierà il primo dicembre, ha ricevuto meno del 54% dei voti espressi, e poco più del 51% sul totale degli eurodeputati. È il margine più esiguo dal 1995, anno in cui per la prima volta il Parlamento europeo ha votato l’approvazione del collegio dei commissari. Lo si vede bene nel dato della settimana in coda alla newsletter. È anche meno dei voti ottenuti dalla presidente von der a Leyen il giorno della sua elezione a luglio: 401.
Hanno votato a favore (con diverse defezioni) il Partito popolare europeo, i Socialisti e democratici e Renew Europe, cioè i partiti che avevano raggiunto un accordo politico per promuovere i 26 commissari europei (ve l’avevamo raccontato qui). Contrari il gruppo della Sinistra, i Patrioti per l’Europa e Europa delle nazioni sovrane. Mentre si sono divisi il gruppo dei Verdi/Alleanza libera per l’Europa (più voti a favore che contro) e i Conservatori e riformisti europei (più voti contro che a favore).
Ma il Parlamento europeo in questa settimana ha discusso anche altri temi, dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente all’esito della COP 29. C’è stato pure un dibattito sull’idea della Commissione europea di aumentare le zone dove è vietato fumare negli Stati dell’UE.
😏 La direttiva DG Meme
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🚭 Più zone “smoke free” in Europa
A metà settembre la Commissione aveva proposto di rivedere una raccomandazione risalente al 2009 sul divieto di fumo nelle aree pubbliche, per proteggere la popolazione dal cosiddetto “fumo passivo”, cioè le esalazioni di sostanze nocive respirate involontariamente, per vicinanza a qualcuno che fuma.
La novità è che il divieto dovrebbe includere una serie di ambienti all’aria aperta: quelli frequentati dai bambini (aree giochi, parchi divertimento, piscine), gli spazi degli edifici pubblici dedicati alla salute, all’educazione e ai servizi, le stazioni e le fermate dei mezzi pubblici.
Andrebbe applicato non solo alle sigarette tradizionali, ma anche a quelle elettroniche e ai prodotti a tabacco riscaldato, che hanno un contenuto simile di nicotina.
Per migliorare l’impatto di queste misure, gli Stati membri dell’UE dovrebbero anche migliorare la cooperazione e scambiarsi le idee più efficaci sul tema. La Commissione, da parte sua, le finanzierà con 16 milioni di euro provenienti da un programma chiamato EU4Health, che si sommano agli 80 già stanziati per prevenire il tabagismo.
L’iniziativa fa parte di un piano più ampio per la lotta al cancro, che ha l’obiettivo ambizioso di creare una una “generazione senza tabacco”, riducendo al di sotto del 5% la quota di cittadini europei che ne fanno uso (dal 25% registrato nel 2021).
🏥 I danni del fumo in Europa
Il tabagismo è considerato dalla Commissione il principale fattore di rischio per l’insorgenza di tumori, con una stima di un quarto di morti per cancro attribuibili al fumo nei Paesi dell’UE più Islanda e Norvegia. La quota del 25% è anche quella stimata dall’Organizzazione mondiale per la sanità, che nel 2020 ha registrato 2,4 milioni di decessi nel mondo a causa dell’uso di tabacco.
In questo contesto, il fumo passivo presenta rischi significativi, riporta l’Agenzia europea per l’ambiente, attribuendogli circa il 9% di tutti i casi di malattie cardiovascolari e il 2% delle morti per queste malattie. Il rischio di contrarre un tumore, invece, aumenta del 16% per chi non ha mai fumato e viene esposto al fumo degli altri.
Nei Paesi dell’Unione, fumare è un’abitudine ancora molto diffusa: il 18,4% della popolazione con più di 15 anni si dichiara fumatore abituale di sigarette, con picchi del 23,6% in Grecia e del 28,7% in Bulgaria, secondo i dati Eurostat relativi al 2019. Quasi il 6% del totale ne fuma almeno venti al giorno.
Anche la quota di popolazione soggetta al fumo passivo rimane elevata: secondo un recente sondaggio Eurobarometro, il 74% degli europei ha “subito” almeno una volta il fumo in uno spazio aperto, e per il 42% ciò è avvenuto in spazi dedicati a bambini e adolescenti.
🩺 Le contromisure dei Paesi e dell’UE
In questi anni, comunque, i Paesi dell’Unione europea si sono mossi per arginare il fenomeno. Dal 2009, tutti hanno adottato misure per ridurre l’esposizione al fumo passivo, e alcuni una legislazione che proibisce totalmente di fumare in una lunga serie di aree pubbliche: luoghi di lavoro, bar, ristoranti, hotel, mezzi di trasporto e carceri.
Questo ha portato a una riduzione significativa dell’esposizione, scrive la Commissione, ma è necessario fare altri passi in avanti. La raccomandazione appena presentata, è stata discussa dal Parlamento, che però non ha trovato una posizione univoca sui suggerimenti da apportare, perché i gruppi politici di destra non considerano corretto equiparare i prodotti alternativi alle sigarette tradizionali.
Ora dovrà essere approvata dal Consiglio dell’UE, con un voto a maggioranza qualificata, ma le sue disposizioni restano volontarie. Le raccomandazioni non sono infatti atti legislativi vincolanti dell’UE: non hanno conseguenze legali, ma indicano piuttosto come applicare il diritto europeo.
La competenza sul tema resta a livello nazionale, e in alcuni casi anche regionale e comunale. Saranno gli Stati membri e i loro enti locali a prendere le decisioni in merito.
In Italia non c’è oggi un divieto di fumo all’aperto, nonostante alcune proposte di legge in merito. Alcune amministrazioni comunali hanno però deciso di adottare divieti specifici. A Milano, ad esempio, dal 2021, è proibito fumare alle fermate dei mezzi pubblici, nei parchi, nei cimiteri e nelle strutture sportive, come gli stadi. A Torino non si può fumare all’aperto a una distanza inferiore di cinque metri da altre persone senza il loro consenso esplicito, e in nessun caso in presenza di bambini o donne in gravidanza.
In questo post di Will raccontavamo una buona ragione per smettere di fumare
😬 La Commissione europea è stata approvata con la percentuale di voti a favore più bassa di sempre
🇪🇺 Altre cose successe in Europa questa settimana
Nel primo turno delle elezioni presidenziali in Romania ha vinto a sorpresa un candidato indipendente, anti-sistema e filo-russo, Călin Georgescu, grazie a una fulminante campagna su TikTok. Dovrebbe sfidare al ballottaggio Elena Lasconi, leader del partito liberale di opposizione Usr. Ma la corte costituzionale romena ha ordinato un riconteggio dei voti del primo turno.
Il governo della Germania sta stilando una lista di edifici pubblici da convertire in bunker per ripararsi dai bombardamenti.
La Commissione europea ha pubblicato il Pacchetto d'autunno del semestre europeo, con cui fornisce indicazioni agli Stati sui loro bilanci nazionali. Parere positivo per il piano di spesa pubblica a medio termine di venti Paesi, tra cui l’Italia, e negativo per uno solo, i Paesi Bassi.
🇪🇺 Come l’UE sostiene le spese sanitarie
I fondi di coesione strutturali stanziati dall’Unione europea contribuiscono anche a sostenere la spesa sanitaria nelle regioni meno ricche dell’UE. I progetti e le attività finanziati in Italia sono consultabili nel Piano di valutazione del Programma Nazionale Equità nella Salute.
E se dopo questa newlsetter, un po’ più lunga del solito ma le cose da dire erano tante, volete dedicarci qualche minuto per dirci quanto vi piace Spinelli e come possiamo migliorarla vi lasciamo qui il sondaggino 👇
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