L'UE vuole rottamare gli imballaggi
Verso un futuro più sostenibile: imballaggi e rifiuti. Alla scoperta del regolamento europeo che potrebbe cambiare la nostra quotidianità
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Di Unione europea si sente parlare spesso ma di quello che succede a Bruxelles, in fondo, sappiamo sempre troppo poco. Eppure le decisioni che vengono prese lì hanno un impatto sulla nostra vita di tutti i giorni e su quella di tutte le cittadine e tutti i cittadini europei. Per questo abbiamo deciso di provare a raccontarvele come facciamo sempre in Will, in modo chiaro e semplice, con questa newsletter.
L’abbiamo chiamata Spinelli perché l’Unione europea è nata da un’idea. Quell’idea l’ha avuta un politico italiano che si chiamava Altiero Spinelli, mentre si trovava al confino sull’isola di Ventotene durante la dittatura fascista. Quell’idea ha cambiato la Storia di un intero continente ed è con le idee che si può costruire un futuro più sostenibile ed equo per l’Europa.
A proposito di idee per un futuro più sostenibile, oggi parliamo di imballaggi e rifiuti.
È un argomento che ci tocca da vicino, come gli altri di cui parleremo su Spinelli. sia perché ogni giorno usiamo (e gettiamo) centinaia di pacchetti e confezioni, sia perché l’industria del packaging ha un fatturato di 335 miliardi all’anno nell’Unione europea, con migliaia di posti di lavoro nel suo indotto.
🕓 Questa newsletter oggi conta 1.490 parole e si legge tutta in 7 minuti.
🗑️ Produciamo troppi rifiuti
Ogni persona nell’Unione europea genera in media 188,7 chilogrammi all'anno di “rifiuti da imballaggio”: quindi materiali utilizzati soltanto per confezionare oggetti o alimenti, come ad esempio le buste dell’insalata o le scatole di cartone dei pacchi postali. Parliamo di involucri con una vita brevissima, che vengono subito gettati non appena aperti.
In totale nel 2021 abbiamo prodotto 84 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio in tutta l’UE e dal 2011 sono cresciuti del 26,7%. Nel 2030 si stima che finiranno nel cestino 209 chili a testa solo di sacchetti, pacchi, scatole e confezioni, secondo il centro studi del Parlamento europeo .
Carta e cartone sono i materiali più presenti (40,3%), seguiti da plastica (19%), vetro (18,5%), legno (17,1%) e metalli (4,9%). Parte di questi rifiuti vengono riutilizzati o riciclati per generare nuovi imballaggi, ma il tasso di riuso o di riciclo varia molto da materiale a materiale, e da Paese a Paese.
Per frenare questa tendenza, il 30 novembre 2022 la Commissione europea ha presentato un regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio. Gli obiettivi principali sono due:
rendere tutte le confezioni riciclabili entro il 2030
ridurre la spazzatura da imballaggio in ogni Stato membro dell’UE: -5% nel 2030, -10% nel 2035 e -15% nel 2040
Come spesso accade con le legislazioni europee, ci sono tanti livelli d’intervento: riduzione dello spazio vuoto nelle confezioni, divieto di vendere alcuni tipi di confezionamento, target precisi di riciclo per ogni materiale e pure un sistema di riutilizzo per per alcuni tipi di contenitori.
Il regolamento si basa sulla cosiddetta “gerarchia europea dei rifiuti”, che prevede un chiaro ordine di priorità nelle norme sul tema:
le misure di prevenzione, per generare meno rifiuti possibile;
il riutilizzo dei materiali senza processi di lavorazione intermedi;
il riciclo, per ottenere prodotti, materiali o sostanze nuove;
il recupero, attraverso la trasformazione del rifiuto in energia o in qualsiasi altra forma con “scopo utile”;
lo smaltimento puro e semplice di quei materiali che non possono essere trattati in altro modo.
❓ Quali sarebbero le conseguenze sulla nostra quotidianità?
Ad esempio, il regolamento eliminerebbe alcuni tipi di imballaggi usa-e-getta, come i sacchetti per frutta e verdura nei supermercati, i bicchieri monouso dei bar, le scatole dei panini da consumare sul posto nei fast-food, o i flaconcini di shampoo negli hotel.
Per tutte le bottiglie di plastica, ogni Paese dovrebbe avere entro il 2029, un sistema di “vuoto a rendere” che permetta ai consumatori di restituire nei negozi i contenitori vuoti in cambio di denaro, un metodo già molto diffuso nei Paesi del Nord Europa. Ai commercianti, invece, viene richiesto un cambiamento altrettanto radicale: dovranno vendere la loro merce in contenitori riutilizzabili, in percentuali crescenti con il passare del tempo.
Per esempio, ogni bar dell’Unione europea deve versare il 20% dei caffè da asporto in una tazza riutilizzabile entro il 2030, e l’80% entro il 2040.
👎 Il nuovo regolamento sugli imballaggi non piace a molti
Le richieste della Commissione hanno incontrato resistenza dall’industria del packaging, dalla filiera del riciclo e dai governi nazionali preoccupati per l’impatto economico e occupazionale di queste norme.
Tutte queste voci si stanno facendo sentire nel processo legislativo. Il “regolamento imballaggi” è stato votato il 22 novembre dal Parlamento europeo e verrà discusso dal Consiglio dell’Ue, l’organo che rappresenta gli Stati membri, probabilmente il 18 dicembre. Una volta che Consiglio e Parlamento avranno adottato la propria versione del regolamento, cominceranno le trattative per definire il testo finale: aspettatevi quindi discussioni infinite sui singoli dettagli.
Su questa legislazione è fortissima la pressione delle lobby, cioè quei gruppi di interesse raggruppati per settore che tentano di influenzare, in maniera del tutto lecita e legittima, le leggi dell’Unione europea.
La lobby dei fast-food è particolarmente aggressiva: McDonald’s ha lanciato una campagna per convincerci che lavare e pulire i contenitori costi di più, in termini di impatto ambientale, che impiegare quelli monouso. In Germania e Francia, McDonald’s è già costretta a servire panini e patatine fritte in contenitori riutilizzabili, per via di norme nazionali, e spera di non doverlo fare anche negli altri Paesi dell’UE.
In Francia, il dibattito si è concentrato sul rischio di divieto delle confezioni in legno di formaggi tradizionali come il Camembert, per cui il Parlamento europeo ha proposto una deroga.
🇪🇺 Quali modifiche sta subendo la proposta della Commissione?
Alcune di queste pressioni hanno già funzionato: la versione del testo adottata dal Parlamento europeo riporta infatti alcune modifiche significative.
Uno degli emendamenti più rilevanti prevede un'esenzione dai target di riutilizzo per un determinato oggetto, a fronte di un avvio a riciclo pari all’85% del materiale di imballaggio predominante che lo compone. Formulazione complicata, ma in pratica significa che in un Paese dell’UE non sarà necessario vendere una percentuale di bottiglie riutilizzabili se sarà stata recuperata tramite raccolta differenziata oltre l’85% della plastica totale. La deroga vale anche se “il riutilizzo non è l'opzione che produce i migliori risultati ambientali complessivi”.
Un altro esenta le scatole di cartone dalla necessità di essere riutilizzabili, un altro ancora esclude dal divieto di vendita i sacchetti leggeri di plastica se “forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi”: cioè proprio le buste in cui riporre frutta e verdura nei supermercati di cui parlavamo prima.
Ci sono però anche aspetti su cui il Parlamento europeo chiede norme più stringenti. Gli eurodeputati vorrebbero vietare l’uso delle sostanze perfluoroalchiliche (i cosiddetti “PFAS”) negli imballaggi destinati al contatto con gli alimenti, perché possono avere effetti nocivi per la salute. Ma anche eliminare alcune confezioni definite “packaging secondario”, come le scatole di dentifrici e creme di bellezza (che in effetti stanno già dentro un tubetto o un barattolo).
In più, esigono da tutti i Paesi dell’UE la raccolta differenziata al 90% dei materiali contenuti negli imballaggi entro il 2029. Alcuni di loro sono sulla buona strada, altri meno: l’Italia nel 2021 ha raggiunto l’82,6%.
Il testo legislativo finale sarà probabilmente piuttosto indebolito rispetto alla proposta della Commissione europea. Tradizionalmente nei negoziati fra le istituzioni dell’Unione europea, il Parlamento difende posizioni più ambiziose dal punto di vista ambientale, mentre il Consiglio è più incline a tutelare le ricadute economiche e occupazionali negli Stati membri. Ma al di là dei dettagli, conta anche la portata innovativa di questo regolamento, che per la prima volta punta a ridurre il packaging al minimo indispensabile.
📈 Solo tre Paesi europei riciclano più imballaggi dell’Italia
📹 Un nostro contenuto
Il riutilizzo di materie prime con una nuova destinazione è un concetto alla base anche di molte opere dell'artista e pittore Alberto Burri, che spesso utilizzava per le sue opere materiali inediti e d'avanguardia come catrami, ferro muffe, legno e terra.
Tra le sue opere più note c'è il Grande Cretto sorto sulle macerie di Gibellina in Sicilia. Ce ne parla Federico Tafuni in questo video.
🎙️ Per raccontare come sta cambiando la forma dell’Unione europea grazie alle politiche di coesione e quale è il loro impatto sulla vita quotidiana dei giovani abbiamo realizzato Shape of EU, un podcast in collaborazione con la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione Europea 👇
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