Orbàn sarà il prossimo presidente del Consiglio europeo?
Il destino di due personaggi dai destini intrecciati: il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il primo ministro ungherese Viktor Orbán
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Oggi parliamo di due personaggi dai destini intrecciati: il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il primo ministro ungherese Viktor Orbán.
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🇭🇺 Orbán potrebbe diventare il prossimo presidente del Consiglio europeo
In un’intervista al giornale belga De Standaard, Charles Michel ha annunciato che si candiderà alle prossime elezioni europee che si svolgeranno tra il 6 e il 9 giugno 2024.
Fin qui nulla di strano: Michel sarà capolista del partito liberale della parte francofona del Belgio Movimento Riformatore e ha ottime possibilità di ottenere un seggio al prossimo Parlamento europeo.
Il problema è che, se venisse eletto, dovrebbe lasciare la carica che ricopre cinque mesi prima della scadenza naturale del suo mandato, quindi a giugno piuttosto che a novembre. I 27 capi di Stato e di governo dell'Unione dovranno quindi nominare in fretta il suo successore: la procedura prevede un voto a maggioranza qualificata, come abbiamo spiegato in questa puntata di Spinelli.
Se la carica dovesse rimanere “vacante”, sarebbe occupata temporaneamente dal capo di governo del Paese che detiene la presidenza di turno dell'Ue in quel momento.
Fino a fine giugno sarebbe il Belgio, ma a partire da luglio 2024 toccherà all'Ungheria: il presidente del Consiglio europeo ad interim potrebbe diventare Viktor Orbán, il più euroscettico tra i leader dei 27 Stati membri.
La scelta di Michel ha generato ironie e accuse di opportunismo
Fonte: DG Meme
Il compito di rappresentare l’UE a livello internazionale e di organizzare le riunioni fra i capi di Stato e di governo spetterebbe quindi proprio al primo ministro che più di tutti complica i processi decisionali europei. Nell’ultimo Consiglio europeo, Orbán ha bloccato la revisione del bilancio dell’UE, perché contrario a un fondo da 50 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina contro l’invasione russa.
In generale, Orbán contesta molte delle politiche comunitarie, dalle sanzioni alla Russia al nuovo Patto sulle migrazioni. Affidargli pure il Consiglio europeo sembra rischioso in un semestre in cui l’Ungheria detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’UE (la differenza tra i due organi la spieghiamo sempre su Spinelli). Lo stesso Parlamento europeo in una risoluzione approvata lo scorso giugno ha espresso dubbi sulla capacità del governo di Budapest di “svolgere in modo credibile il suo ruolo”, che sarà quello di guidare i negoziati fra i Paesi membri sulle leggi da adottare.
Una recente campagna pubblicitaria del governo ungherese attacca direttamente la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, associandola ad Alex Soros, figlio del magnate George Soros (personaggio raccontato da Francesco Oggiano in questo video sul nostro canale YouTube) spesso accusato da Orbán di tramare contro l’Ungheria. “Non balleremo al loro ritmo” è lo slogan della campagna.
Fonte: Affari Politici
🇧🇪 Charles Michel, il presidente candidato
Per questo, vari esponenti politici hanno accusato Michel di compiere una scelta egoistica, pensando più al proprio futuro che a quello dell’Unione.
Il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber, ad esempio, ha detto al quotidiano Politico che la decisione porterà maggiore instabilità nel Consiglio proprio in un periodo cruciale, quello della transizione fra due legislature.
Secondo una delle voci anonime dei diplomatici raccolte da Politico, Michel “è sempre stato più interessato al suo prossimo lavoro che a quello attuale”. E il suo prossimo lavoro potrebbe non essere “solo” l’eurodeputato: c’è chi suggerisce che possa puntare alla presidenza dell’Europarlamento.
Ma in realtà il presidente del Consiglio europeo sogna probabilmente di attraversare Rue de la Loi, cioè la strada di Bruxelles che separa il suo edificio da quello della Commissione europea.
Per diventare presidente della Commissione, avrebbe bisogno del supporto dei governi degli Stati membri e della sua famiglia politica, i liberali di Renew Europe. Uno scenario complicato, ma non irrealizzabile, considerando che l’esperienza europea di Michel lo renderebbe adatto al ruolo di “Spitzenkandidat” del gruppo liberale.
In alternativa potrebbe “accontentarsi” di un ruolo meno apicale ma comunque prestigioso, quello di commissario europeo. Ognuno dei 27 membri della Commissione è scelto dal governo di uno Stato membro, e il nome di Michel potrebbe mettere d’accordo la variegata coalizione che governerà il Belgio dopo le elezioni nazionali nel Paese, anch’esse previste a giugno 2024.
Quest’ultima ipotesi, comunque, dipenderà soprattutto da chi guiderà la Commissione europea. Se Ursula von der Leyen ottenesse un secondo mandato, le chances di Michel di far parte della sua squadra sarebbero molto ridotte: non è un segreto a Bruxelles l’antipatia personale fra i due leader, che periodicamente emerge dietro il velo delle dichiarazioni di circostanza.
L’episodio più noto di questo controverso rapporto risale ad aprile 2021. Durante un incontro ufficiale con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ad Ankara, von der Leyen fu costretta a sedersi su un divano perché il protocollo prevedeva soltanto due sedie nella stanza, per Erdoğan e Michel. “È successo perché sono una donna”, disse la presidente della Commissione raccontando l’episodio al Parlamento europeo.
L’incidente diplomatico ribattezzato “Sofagate” è stato fonte inesauribile di meme
Fonte: DG Meme
✋ Come evitare la presidenza di Orbán
Per evitare che Viktor Orbán presieda temporaneamente il Consiglio europeo, gli altri leader dell’Unione hanno due possibilità.
La prima è trovare un successore nei pochi giorni che separano le elezioni europee dall’inizio del semestre di presidenza ungherese, cioè nell’ultima metà di giugno. Non è un’impresa impossibile, considerando che nel 2019 lo stesso Michel fu eletto il 2 luglio, anche se allora le elezioni si tennero a fine maggio.
I presidenti del Consiglio europeo sono solitamente ex capi di governo di grande esperienza e apprezzati negli ambienti comunitari. Tra i possibili candidati per questo ruolo ci sono l'attuale primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte e quello portoghese Antonio Costa, entrambi incaricati di sbrigare gli affari correnti in attesa che si formi un nuovo esecutivo nei rispettivi Paesi.
Ma anche lo spagnolo Pedro Sánchez o la danese Mette Frederiksen, che però guidano governi stabili e difficilmente rinunceranno al loro attuale incarico. Il Financial Times ha fatto pure il nome dell’ex premier italiano Mario Draghi, in base alle confidenze di ufficiali e diplomatici dell’UE: il diretto interessato non ha finora commentato.
L’altra opzione percorribile è designare un sostituto temporaneo che copra il resto del mandato del presidente del Consiglio europeo uscente.
Secondo quanto stabilito dai trattati comunitari, basterebbe un voto a maggioranza semplice, cioè con il sostegno di 14 Stati membri su 27, per cambiare le regole e nominare un presidente ad interim che non sia il capo di governo del Paese che detiene la presidenza di turno dell'UE in quel momento. Quindi, qualcuno che non sia Viktor Orbán.
Così la scelta del futuro presidente del Consiglio europeo, che avviene in parallelo a quella dei presidenti di Commissione e Parlamento, potrà essere fatta con più calma. Senza per questo lasciare la guida dell’Unione europea a un euroscettico.
🇮🇹 Non c’è mai stato un italiano presidente del Consiglio europeo
🏰 Un luogo da visitare, restaurato coi fondi di coesione
Oggi sembra impensabile che due Paesi dell’Unione possano farsi la guerra, ma non è sempre stato così. Per secoli la storia europea è stata scandita da battaglie e assedi di fortezze, che per fortuna oggi sono solamente luoghi di attrazione turistica, come il Forte di Bard in Valle d’Aosta, che ha pure ospitato le riprese di un film della saga The Avengers. Il suo restauro è stato in parte finanziato da fondi europei, come raccontiamo in questo post.
🎙️ Per raccontare come sta cambiando la forma dell’Unione europea grazie alle politiche di coesione e quale è il loro impatto sulla vita quotidiana dei giovani abbiamo realizzato Shape of EU, un podcast in collaborazione con la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione Europea 👇
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