Le commissioni parlamentari e il “cordone sanitario”
Al Parlamento europeo sono stati assegnati gli incarichi di vertice, escludendo i deputati dei Patrioti per l’Europa
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Questa settimana sono stati eletti i presidenti e vicepresidenti delle commissioni del Parlamento europeo, la cui distribuzione fra i gruppi politici ha suscitato accuse e polemiche.
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🇪🇺 Cosa sono le commissioni del Parlamento europeo
Le commissioni del Parlamento europeo sono raggruppamenti trasversali di eurodeputati che si occupano di una particolare area di competenza. C’è per esempio una commissione per gli affari esteri (AFET), una per l’agricoltura (AGRI), una per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere (FEMM).
In tutto sono venti, più quattro sottocommissioni, e i loro acronimi di quattro lettere derivano dal nome completo, alcune volte in inglese, altre in francese.
Nelle commissioni parlamentari avviene la maggior parte del lavoro legislativo, con gli eurodeputati che inseriscono emendamenti alle proposte della Commissione o alle risoluzioni dell’Eurocamera. I testi che escono dalle commissioni devono poi essere confermati con il voto della sessione plenaria, quella che riunisce tutti i 720 eurodeputati.
La composizione di ogni commissione riflette proporzionalmente quella del Parlamento e nella maggior parte dei casi (ma non sempre) ciò che viene approvato in commissione viene approvato anche in plenaria.
Antonio Decaro del Partito democratico e Pasquale Tridico del Movimento Cinque Stelle sono gli unici due eurodeputati italiani eletti presidenti di una commissione parlamentare. Rispettivamente, la commissione Ambiente (ENVI) e la sottocommissione per le questioni fiscali (FISC)
🗳️ Chi decide i presidenti delle commissioni parlamentari?
Ogni commissione e sottocommissione ha un presidente e quattro vicepresidenti, incaricati di redigere l’agenda delle riunioni. Per gli eurodeputati che li ricoprono, tali incarichi rappresentano non solo nomine di prestigio, ma anche la possibilità di influire in qualche modo sull’operato della commissione stessa, se non di orientarne il lavoro rispetto alle proprie convinzioni politiche.
Per questo la scelta dei presidenti, e in misura minore dei vicepresidenti, è molto importante. Il regolamento del Parlamento europeo stabilisce che:
La diversità del Parlamento deve riflettersi nell'ufficio di presidenza di ciascuna commissione
Il presidente e il primo vicepresidente di una stessa commissione non devono essere dello stesso genere
Presidente e vicepresidenti non devono essere tutti deputati dello stesso Stato membro
L’elezione di presidenti e vicepresidenti avviene a maggioranza assoluta al primo turno, e relativa al secondo
In teoria, quindi, in ogni commissione ogni gruppo politico può presentare un candidato, che “sfida” gli altri candidati per ottenere la maggioranza dei voti totali (al primo turno), o più voti degli altri (al secondo turno).
Come spesso accade al Parlamento europeo, però, esistono delle prassi consolidate che “completano” le regole ufficiali. In questo caso, la scelta dei presidenti non è lasciata completamente alle singole commissioni, ma i gruppi politici si accordano per distribuire in modo proporzionale le presidenze.
Il gruppo con più deputati all’Eurocamera avrà anche più presidenti e vicepresidenti, potendo scegliere per primo una commissione, e così a scalare fino al meno numeroso, secondo un metodo matematico preciso detto “metodo D’Hondt”.
⛔️ L’esclusione dei Patrioti per l’Europa dai vertici delle commissioni
Ma la distribuzione matematica ha dei limiti. Anche in questa legislatura, la maggior parte dei gruppi che compongono il Parlamento europeo ha deciso di escluderne uno, molto grosso, dalla ripartizione degli incarichi.
I Patrioti per l’Europa (di cui avevamo parlato qui) sono infatti il terzo gruppo più numeroso dell’Europarlamento, ma non hanno ottenuto nemmeno una presidenza o vicepresidenza. Secondo il metodo D’Hont, gli sarebbero “spettate” le commissioni Trasporti e turismo (TRAN) e Cultura e istruzione (CULT), più sei vicepresidenze.
Anche il gruppo più piccolo del Parlamento, Europa delle nazioni sovrane, è rimasto senza nomine: la sua costituzione però era avvenuta dopo la data limite per il conteggio della ripartizione.
Sono entrambi formazioni di destra radicale: nei Patrioti per l’Europa rientrano la Lega, il Rassemblement national di Marine Le Pen e Fidesz di Viktor Orbán, mentre nell’Europa delle nazioni sovrane il partito tedesco Alternative für Deutschland e quello polacco Konfederacja (che vi avevamo raccontato nella puntata di Spinelli dedicata ai partiti più particolari del Parlamento).
Gli eurodeputati di tutte le altre famiglie politiche, a eccezione dei Conservatori e riformisti europei, si sono accordati per votare contro i candidati dei due gruppi ed escluderli quindi da ogni incarico. Questa strategia, detta “cordone sanitario”, prevede di non collaborare con partiti che si ritengono troppo estremi per partecipare alla vita politica di un Paese, o in questo caso dell’UE. A livello europeo, era già stata applicata nella scorsa legislatura contro il gruppo Identità e democrazia, che era composto da molti dei partiti che sono poi confluiti in Patrioti per l’Europa.
I partiti esclusi hanno protestato convocando una conferenza stampa all’Eurocamera e definendo quanto accaduto una violazione della democrazia e della rappresentanza dei propri elettori. L’eurodeputato Jorge Buxadé del partito spagnolo Vox, candidato alla vicepresidenza della commissione Ambiente, ha perfino dichiarato: “Sono onorato di non essere stato eletto da un Parlamento che non rispetta la libertà di opinione”.
Gli esponenti di altri partiti hanno difeso la scelta affermando la necessità di escludere partiti nazionalisti, considerati contrari al progetto di integrazione dell’Unione europea. “Il sovranismo è alternativo all’Europa”, ci ha detto Leoluca Orlando, eurodeputato eletto con Alleanza Verdi/Sinistra.
La strategia del “cordone sanitario” non comporta nessuna violazione formale delle regole parlamentari. Ma suscita una domanda: in una democrazia, bisogna garantire rappresentanza a tutte le idee?
🔵 Il Partito popolare europeo ha otto presidenti di commissione
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