Il nuovo gruppo di destra radicale in Europa
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha fondato una nuova alleanza politica, insieme ai partiti nazionalisti di Austria e Cechia
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles, dove questa settimana dove questa settimana si parla soprattutto di destra radicale.
Il motivo sono le elezioni in Francia, in cui il Rassemblement National si è confermato il partito più votato al primo turno con oltre il 33% dei voti e potrebbe ottenere la maggioranza assoluta al secondo. Ma anche la nascita di un nuovo gruppo politico al Parlamento europeo, che si chiamerà “Patrioti per l’Europa”.
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🇪🇺 Chi sono i partiti di “Patrioti per l’Europa”?
La sua formazione è stata annunciata il 30 giugno a Vienna da tre partiti nazionalisti: il Partito della libertà austriaco (FPÖ), l’Azione dei cittadini insoddisfatti (ANO) e Fidesz. Si tratta delle tre forze politiche che hanno ricevuto più voti alle elezioni europee rispettivamente in Austria, Cechia e Ungheria. In quest’ultimo caso, Fidesz è anche il partito al potere nel Paese dal 2010.
I leader di queste tre formazioni sono l'ex ministro dell’interno austriaco Herbert Kickl, l’ex primo ministro ceco Andrej Babis e il primo ministro ungherese Viktor Orbán: insieme hanno sottoscritto un manifesto per difendere “la sovranità nazionale dal federalismo europeo, la libertà dai diktat e la pace dai conflitti“.
Il loro obiettivo è “cambiare le politiche europee”, ha detto Orbán. Nello specifico ha menzionato “guerra, immigrazione e stagnazione economica“ come le priorità da affrontare: tutti problemi imputabili all’attuale classe dirigente europea, che chiama in modo dispregiativo “élite di Bruxelles“.
🪧 Un manifesto per l’Europa, contro l’Europa
Il manifesto della nuova alleanza ruota attorno alla difesa della sovranità dei Paesi da quello che viene definito un “nuovo superstato europeo“.
“Crediamo in un’Europa di Nazioni che rifiuta ogni ulteriore trasferimento di potere alle istituzioni europee“ e che “rispetta il diritto di veto“, si legge nel documento. Secondo i promotori, la politica europea oggi non si divide più tra destra e sinistra o tra conservatori e liberali. Il confronto è piuttosto tra “centralisti“, coloro che vogliono allargare i poteri dell’UE, e “patrioti“, che puntano a difendere le prerogative degli Stati nazionali.
Questi ultimi si proclamano difensori di una “identità europea“ fondata sulla cultura greco-romana e sull’eredità guidaico-cristiana, che resista alle “imposizioni dettate dalle mode del momento“. Nella pratica, questo significherebbe “proteggere i confini, fermare l’immigrazione illegale e preservare l’identità culturale“ dei Paesi dell’Unione.
Secondo i Patrioti per l’Europa, i pericoli arrivano da istituzioni europee “sconosciute e lontane dai cittadini“, oltre che da “forze globaliste, burocrati non eletti, lobby e gruppi di interesse“.
I temi scelti e la retorica utilizzata nel manifesto richiamano quelli tradizionali della destra radicale, che del resto è l’area di appartenenza di Fidesz e di FPÖ. Il partito ANO, invece, faceva parte fino a pochi giorni fa dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa, ma di recente aveva assunto posizioni sempre più euroscettiche.
La commissaria ai Valori e alla trasparenza Věra Jourová ha di recente lasciato il partito ceco ANO, di cui faceva parte dal 2011. Durante il suo mandato, Jourová è stata molto critica nei confronti del governo ungherese
🤯 Un terremoto nella destra radicale
Di famiglie politiche della destra radicale al Parlamento europeo ce ne sono già due: i Conservatori e riformisti europei (ECR) e Identità e democrazia (ID).
Ma i leader dei Patrioti per l’Europa hanno preferito fondarne una nuova. In particolare Viktor Orbán, avrebbe provato a entrare in ECR, prima di rinunciare, ufficialmente per l’ingresso nel gruppo del partito romeno AUR, considerato anti-ungherese.
In realtà la scelta potrebbe essere dovuta alla volontà di guidare un gruppo da membro fondatore e non di accodarsi a uno dominato da Fratelli d’Italia e dai polacchi di Diritto e Giustizia (PiS), che hanno delegazioni molto più numerose di quella ungherese. Proprio il PiS è stato in trattativa per entrare nei Patrioti, decidendo poi alla fine di rimanere nei Conservatori, che si sono costituiti ufficialmente il 3 luglio.
Secondo quanto raccontato dal primo ministro ungherese in un’intervista la stessa presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni avrebbe rifiutato Fidesz, forse preoccupata dall’associazione con Orbán nel momento delicato delle trattative per i vertici dell’Unione.
Il partito di Orbán è stato spesso accostato anche a Identità e democrazia, gruppo di cui fa parte la Lega e con cui non mancano certo le affinità ideologiche. Proprio da ID proviene uno dei tre partiti dei Patrioti, l’austriaco FPÖ, mentre altri potrebbero unirsi in seguito.
Tra questi rientrano i portoghesi di Chega!, i francesi del Rassemblement National e la Lega stessa, che al momento della nascita della nuova alleanza sovranista ha commentato in modo esplicito: “Vogliamo allargare il più possibile il perimetro di un gruppo forte, patriottico, coeso e contrario a inciuci“. Il segretario Matteo Salvini punta da tempo ad aumentare la rilevanza dei partiti sovranisti in Europa, ipotizzando persino un grande gruppo unitario di tutta la destra.
Un eventuale passaggio di questi partiti al fronte dei Patrioti, comunque, segnerebbe la scomparsa del gruppo ID. Ogni formazione politica dell’Eurocamera deve infatti avere almeno 23 eurodeputati provenienti da almeno sette Stati membri dell’Unione per potersi costituire. Al momento, i Patrioti per l’Europa ne contano 30 da quattro Stati diversi: 24 dai tre partiti fondatori, più sei spagnoli di Vox, che hanno lasciato ECR per unirsi al gruppo.
Orbán si è mostrato sicuro di raggiungere in breve tempo la soglia richiesta, grazie all’adesione di nuovi membri. Oltre a Vox e ai possibili “acquisti“ da ID, ci sono diverse formazioni che rientrano al momento fra i “Non Iscritti“: Alternative für Deutschland (Germania), Smer (Slovacchia), e Se Acabó la Fiesta sono solo alcuni dei possibili nuovi componenti, viste le loro posizioni politiche sovraniste ed euroscettiche.
Il giorno della verità sarà probabilmente lunedì 8 luglio, quando si terranno le riunioni costitutive sia di Identità e democrazia sia dei Patrioti per l’Europa. Sempre che questi gruppi raggiungano il numero minimo di membri necessari.
🐢 Una spesa a rilento
I fondi di coesione servono a livellare le differenze fra le varie regioni dell’Unione europea: l’UE li assegna ai vari Stati, che devono decidere dove e come spenderli. In Italia, questo processo sembra particolarmente complicato: secondo un’indagine del Sole 24Ore, a fine aprile erano stati spesi solo 621 milioni su 74 miliardi di euro disponibili per il periodo 2021-2027: in pratica lo 0,9% del totale. “È cruciale accelerare l’attuazione dei programmi“, ha ammonito la Commissione europea.
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