Come saranno distribuiti i migranti nell’UE
Le norme appena approvate prevedono un “meccanismo di solidarietà” per ricollocare nei vari Paesi i richiedenti asilo entrati irregolarmente in Europa
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Questa settimana i Paesi membri dell’UE hanno approvato definitivamente il Pact on Migration and Asylum, cioè la riforma della politica migratoria europea.
L’attentato al primo ministro slovacco Robert Fico, sopravvissuto a una serie di colpi di pistola da distanza ravvicinata, ha suscitato preoccupazione a Bruxelles. “Simili atti di violenza minano la democrazia, il bene comune più prezioso che abbiamo”, ha scritto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
🕓 Questa newsletter oggi conta 1.545 parole e si legge tutta in 8 minuti.
🎙️ Due nuovi podcast che parlano di UE
Prima di entrare nel vivo di questo numero di Spinelli, vi segnaliamo due podcast che se avete il pallino dell’UE vi potrebbero interessare 👇
Il primo episodio della nuova stagione di Globally Focus, dedicata all’UE (nella prima stagione abbiamo parlato di India). In questo spinoff del nostro podcast Globally, che realizziamo insieme a ISPI, Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti ci aiuteranno ad approfondire l’Unione europea in vista delle elezioni dell’8-9 giugno.
🇪🇺 🇷🇺 In questa prima puntata vediamo il rapporto tra Europa e Russia
In Actually Bio, con Riccardo Bassetto e Riccardo Haupt, raccontiamo le storie dei personaggi che stanno cambiando il mondo della tecnologia. In questa nuova puntata per la prima volta lo facciamo con un personaggio delle istituzioni: la Commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager
Questi podcast speciali sono realizzati grazie al contributo che riceviamo da chi ci sostiene con il programma di membership, e abbiamo deciso di rendere eccezionalmente gratuiti questi episodi per farli conoscere a tutti. Se anche tu vuoi sostenere il nostro lavoro, puoi abbonarti alla nostra membership 👇
📄 Un meccanismo permanente per la gestione dei migranti irregolari
Delle nuove norme per la gestione dell’immigrazione irregolare avevamo parlato in questo numero di Spinelli, uscito a dicembre dopo l’accordo tra Consiglio e Parlamento europeo.
Oggi ci concentriamo sul punto più innovativo dell’intero pacchetto, il “meccanismo di solidarietà” che dovrebbe ridistribuire fra i Paesi dell’Unione i richiedenti asilo entrati in maniera irregolare in Europa (o quantomeno gli oneri derivanti dalla loro accoglienza).
Ogni cittadino straniero che entra illegalmente nell’UE e vuole chiedere asilo può farlo solo nel “Paese di primo ingresso”: un principio che questa riforma non abolisce, pur introducendo alcune eccezioni in più.
Il Pact on Migration include però un meccanismo permanente di solidarietà, obbligatoria ma flessibile. È delineato in uno dei regolamenti del Patto, quello sulla gestione dell'asilo e della migrazione, ed è frutto di un complicato compromesso tra 25 Stati membri (Danimarca e Irlanda sono esentate dalle leggi europee sull’immigrazione grazie a una clausola detta “opt-out”).
Il meccanismo servirà, in teoria, ad alleviare la pressione migratoria sugli “Stati di frontiera” dell’UE, come Italia, Spagna e Grecia. Non sono necessariamente i Paesi con più richiedenti asilo in assoluto, ma sono quelli con più ingressi di persone in modo irregolare, via terra o via mare.
Prevede che ogni anno, entro il 15 ottobre, la Commissione europea identifichi quali Paesi si trovano “sotto pressione migratoria”, e istituisca il cosiddetto solidarity pool, cioè l’insieme delle misure di sostegno promesse da tutti gli Stati membri per l’anno successivo.
👉 In cosa consiste il nuovo meccanismo di solidarietà?
Il meccanismo di solidarietà del nuovo Pact on Migration prevede 3 tipi diversi di misure:
Ricollocamenti di richiedenti asilo
Contributi finanziari
Finanziamento di strutture e servizi nei Paesi sotto pressione
I ricollocamenti di richiedenti asilo devono dare priorità alle persone vulnerabili, e possono includere anche chi ha già ottenuto protezione nell’UE da meno di tre anni.
I contributi finanziari confluiranno in un fondo gestito dalla Commissione e potranno essere impiegati per interventi sia nei Paesi membri che nei Paesi extra-europei di origine e transito dei flussi migratori. Ciò comprende sistemi di accoglienza e gestione delle frontiere degli Stati dell’UE, ma anche ad esempio programmi di rimpatrio delle persone migranti.
Pure il finanziamento di strutture e servizi nel campo dell’immigrazione può coprire un’ampia gamma di opzioni: costruzione di centri di accoglienza, fornitura di personale specializzato, equipaggiamento tecnico. Ogni operazione ha un controvalore finanziario che viene scontato dalla “quota” dello Stato che la effettua.
È stata fissata una soglia minima: almeno 30 mila ricollocamenti e 600 milioni di finanziamenti all'anno, di cui beneficeranno gli Stati soggetti a maggiore pressione migratoria.
Potranno anche essere di più, ma a deciderlo non sarà solo la Commissione. Il solidarity pool deve infatti essere approvato, e può essere modificato, dal Consiglio dell’UE con un voto a maggioranza qualificata: cioè con il sostegno del 55% degli Stati membri, che abbiano almeno il 65% della popolazione complessiva dell’Unione.
A ogni Stato verrà assegnata una “quota” di solidarietà, basata su due indicatori, popolazione e prodotto interno lordo: quelli più ricchi e popolosi dovranno contribuire di più degli altri. Ogni governo nazionale potrà poi decidere come fornire solidarietà traducendo la sua quota, detta fair share, in una sola, due, o tutte e tre le modalità previste.
⚖️ Cosa succede se non ci sono abbastanza ricollocamenti?
Le tre forme di solidarietà sono messe sullo stesso piano e intercambiabili fra loro. Ogni ricollocamento “vale” una somma di 20 mila euro, da versare attraverso un contributo o un finanziamento dello stesso importo.
Ma in questo modo il rischio è che molti Paesi optino per la soluzione finanziaria, lasciando la Commissione a corto di disponibilità di ricollocamenti.
Se gli impegni di trasferimenti promessi dagli Stati sono inferiori al numero minimo di 30 mila, o al 60% della quota totale stabilita per quell’anno a livello europeo, entra in gioco un secondo livello di solidarietà: un sistema di compensazioni, chiamate responsibility offsets.
In pratica, uno Stato membro sotto pressione migratoria può evitare di prendere in carico le richieste d'asilo delle persone migranti che sono approdate sul suo territorio e poi passate irregolarmente in un altro Paese (i cosiddetti “dublinati”), fino a raggiungere la soglia dei ricollocamenti di cui avrebbe bisogno.
Questo sistema di compensazioni verrà utilizzato anche per quei Paesi che non manterranno fede ai propri impegni. Tutti i ricollocamenti promessi e non effettuati entro la fine di un anno, potranno “trasformarsi” in altrettante persone, già presenti sul territorio nazionale, di cui prendere in esame le richieste d’asilo nell’anno successivo.
Per fare un esempio, possiamo ipotizzare che l'Italia venga designato come Paese “sotto pressione migratoria” e sia dunque "beneficiario" dei ricollocamenti, mentre La Francia sia fra i Paesi “contribuenti”, che devono fornire solidarietà. Se il governo francese non promette abbastanza ricollocamenti rispetto alla sua quota, o se li promette e non li effettua, dovrà prendere in carico l’esame delle domande d’asilo dei “dublinati”: persone che sono arrivate in Italia come Paese di primo ingresso e poi si sono spostate irregolarmente in Francia.
La complicata architettura del Pact on Migration and Asylum, comunque, rischia di crollare se alcuni Paesi non collaborano. I primi ministri di Polonia e Ungheria, ad esempio, hanno già annunciato che non intendono né ricollocare persone migranti né pagare le somme corrispondenti: perciò i due Stati hanno votato contro tutti gli atti legislativi del Pact.
Ma la loro opposizione non è bastata a impedire la maggioranza qualificata, e ora i governi di Varsavia e Budapest dovranno adeguarsi alle nuove regole europee.
In un’intervista concessa subito dopo l’approvazione del Pact al Parlamento europeo, la commissaria agli Affari interni Ylva Johansson ha detto in modo esplicito che se un Paese dell’UE non dovesse applicare le norme, la Commissione potrà attivare una procedura di infrazione nei suoi confronti.
📹 Euronews
🇮🇹 L’Italia è il quarto Paese UE per richiedenti asilo nel 2023
Se però consideriamo il numero di richiedenti asilo in rapporto alla popolazione siamo dietro a Germania, Grecia, Austria, Estonia, Spagna, Slovenia, Bulgaria e Irlanda
🚲 Il Giro d’Italia delle ciclovie finanziate coi fondi di coesione europei
Il nostro giro lungo le ciclovie italiane finanziate dai fondi di coesione europei ci porta oggi in Calabria, dove la pista ciclabile della Sila congiunge i paesi di Bisignano (in provincia di Cosenza) e Tiriolo (in provincia di Catanzaro). Come vi raccontiamo in questo post su Will, fa parte della Ciclovia dei Parchi, che dal Parco nazionale del Pollino a nord porta a Reggio Calabria, all’estremo sud della regione.
E dell’impatto delle politiche di coesione sulle nostre vite parliamo in Shape of EU, un podcast in collaborazione con la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione Europea 👇
🇪🇺 Come si vota alle elezioni europee dell'8-9 giugno 2024?
Il voto dell’8-9 influirà sul modo in cui il Parlamento europeo prenderà le decisioni più importanti per la nostra vita quotidiana dei prossimi cinque anni: dall’economia al clima, dalla tutela dei diritti umani alla sostenibilità ambientale.
Con Carlo Notarpietro abbiamo realizzato un video sul nostro canale YouTube per raccontare come, dove, quando, perché e per chi si vota 👇
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