Come l’UE guarda alla Cina (e viceversa)
I dazi commerciali promessi da Trump alle merci europee e cinesi potrebbero avvicinare Bruxelles e Pechino. O forse no. Un numero speciale di Spinelli
Ciao, io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Questo è un numero speciale sui rapporti fra Unione europea e Cina, scritto a quattro mani con Simone Pieranni, giornalista di Chora Media, autore dei podcast Altri Orienti, Zoom Cina, Fuori da Qui e della newsletter sulla Cina “Il Partito”.
Ci siamo chiesti se e come le iniziative del presidente degli Stati Uniti Donald Trump stiano modificando i rapporti politici e commerciali fra l’UE e la Cina. Questo numero è quindi diviso in due parti, con le prospettive da Bruxelles e da Pechino.
🕓 Questa newsletter oggi conta 2.014 parole e si legge tutta in 10 minuti.
🇪🇺 Come l’Europa vede la Cina
Al momento non sembra che le iniziative della presidenza Trump stiano spingendo l’UE a fare fronte comune con la Cina, che resta allo stesso tempo “partner, concorrente e rivale sistemico”, come stabilito dagli Stati dell’UE nel giugno 2023.
All’annuncio dei dazi USA del 25% su acciaio e alluminio, che colpiranno le esportazioni europee, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha promesso una risposta “ferma” e “proporzionata”, ma difficilmente farà sponda con Pechino.
L’approccio sembra piuttosto quello opposto: adottare una postura commerciale più rigida nei confronti dei cinesi, almeno a parole, per compiacere il presidente degli Stati Uniti. Una strategia incentivata anche dalla volontà di ridurre il pesante deficit commerciale dell’UE rispetto alla Cina.
Nel 2023 i Paesi europei hanno importato merci per quasi 516 miliardi di euro, esportandone meno di 224 miliardi. I 292 miliardi di differenza fra import ed export rappresentano il secondo deficit più alto di sempre, e confermano un certo squilibrio nei rapporti commerciali.
Maroš Šefčovič, commissario europeo per il Commercio e la sicurezza economica è stato piuttosto chiaro in una recente audizione al Parlamento di Bruxelles. “Dovremmo essere pronti a esplorare più a fondo la cooperazione sulla sicurezza economica fra USA e UE [...], anche su come affrontare le sfide comuni derivanti dalle politiche e dalle pratiche non di mercato della Cina”.
Una dichiarazione simile è arrivata da Kaja Kallas, Alta rappresentante per gli Affari esteri dell’UE: “Se gli Stati Uniti iniziano una guerra commerciale [contro di noi]; l’unica a ridere sarà la Cina”. Parole che segnalano la volontà di restare dalla parte di Washington piuttosto che cercare una posizione intermedia fra le due superpotenze.
Le parole di Kaja Kallas non sono passate inosservate alla redazione di DG Meme, che ha subito ironizzato con una nuova direttiva
In concreto, l’ultima mossa su questo fronte riguarda un’iniziativa della Commissione europea per regolamentare il commercio online, nata dall’esigenza di limitare l’invasione del mercato europeo di spedizioni di basso valore: nel 2024 sono entrati nell’UE circa 12 milioni di pacchi al giorno di pacchi con un valore inferiore ai 22 euro, e il 70% degli europei compra regolarmente prodotti online.
Tra le altre misure, la Commissione designerà le piattaforme cinesi di shopping online Temu e Shein come “marketplace”, rendendole soggette a una serie di regole relative alla sicurezza e alla concorrenza. Inoltre, la Commissione punta a istituire un’unione doganale, obbligando le piattaforme a pagare le imposte dalle quali al momento sono esentate le spedizioni inferiori ai 150 euro.
Prima, a ottobre 2024, era stata decisa l’imposizione di dazi sui veicoli elettrici prodotti in Cina, con tasse fino al 35% per le auto di Saic Motor: una scelta fatta per contrastare la crescita esponenziale delle vendite di automobili cinesi nel mercato europeo, a danno dei produttori locali (della crisi dell’industria europea dell’auto avevamo parlato in questo numero di Spinelli). La Cina ha risposto tassando alcuni prodotti europei e denunciando la misura all’Organizzazione mondiale del commercio.
Sullo sfondo, ma non troppo, ci sono altri due temi di grande rilevanza: la questione geopolitica e quella ambientale.
Praticamente dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Unione europea insiste perché la Cina prenda posizione sul conflitto, condannando l’invasione russa. Finora, senza successo: “Il modo in cui la Cina interagirà nella guerra di Putin sarà un fattore determinante per le nostre relazioni future”, aveva detto Ursula von der Leyen in un famoso discorso, ancora più attuale attuale con l’inizio dei negoziati di pace con la Russia annunciato da Trump.
Nella lotta al riscaldamento globale, invece, il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi apre le porte a una leadership globale cinese, come invocato anche dall’agenzia delle Nazioni Unite dedicata al cambiamento climatico. L’Unione europea, che un tempo rivendicava per sé questo ruolo, potrebbe accogliere favorevolmente un maggiore impegno cinese: al momento la deadline per il raggiungimento della neutralità climatica è fissata al 2050 da Bruxelles e al 2060 da Pechino.
I rapporti europei con la Cina, comunque, restano segnati da un approccio piuttosto frammentario, che probabilmente non dispiace al presidente Xi Jinping. Ci sono Paesi considerati “falchi” dalla postura più rigida, come la Lituania che nel 2021 ha subito un embargo commerciale dal governo cinese dopo aver stretto relazioni diplomatiche con Taiwan (non riconosciuto come dall’UE come Stato sovrano). Altri hanno una posizione più conciliante, dettata anche da grossi interessi commerciali: è il caso della Germania, che fino all’ultimo ha cercato di scongiurare l’imposizione di dazi sulle auto elettriche.
Nel frattempo in Cina c’è grande interesse per le mosse dell’UE. Dopo l’elezione di Trump, Bruxelles sembra aver adottato un approccio differente rispetto al passato.
🇨🇳 Come la Cina vede l’Europa
di Simone Pieranni
Nel marzo del 2024, per dare l’idea della temperatura delle relazioni tra Cina e Unione Europea, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi aveva detto: "In pratica è come arrivare a un semaforo e trovare le luci rosse, gialle e verdi tutte accese allo stesso tempo", a proposito della definizione europea della Cina come "partner, concorrente e rivale strutturale”. In pratica è come arrivare a un semaforo e trovare le luci rosse, gialle e verdi tutte accese allo stesso tempo”. Le parole di Wang Yi davano l’idea del sentimento cinese nei confronti dell’Europa: confusione, intanto, e una evidente mancanza di autonomia a causa della predisposizione della Commissione UE a sottostare a quelli che Pechino definiva senza tanti fronzoli “diktat” provenienti da Washington.
A Pechino il tema dei rapporti con l’UE è diventato così, via via, un argomento secondario: per la Cina il mercato europeo è importante, ma Bruxelles ha deciso di giocare dalla parte degli statunitensi, seguendo la linea del “de-risking” tracciata da Ursula von der Leyen nel marzo del 2023 e che consiste nel valutare ogni relazione con la Cina dal punto di vista della “sicurezza” dei paesi UE.
A novembre del 2024 Xi Jinping ha incontrato Macron. Uno dei temi più rilevanti è stato il cognac francese, sulla cui importazione Pechino ha aperto da tempo un’inchiesta anti dumping
Di fronte a questa scelta, alla Cina non restava che una cosa: lavorare all’interno di quegli spazi che venivano lasciati aperti da politici come il primo ministro ungherese Orbán o il presidente serbo Vucic, leader di democrazie imperfette che con Pechino avevano comunque deciso di continuare a dialogare alla luce del sole, sapendo bene - e lo dimostrano gli incontri del 2024 con Macron, Sánchez e Scholz - che tutti gli altri Paesi avrebbe cercato Pechino per un dialogo bilaterale.
L’anno scorso, il presidente cinese Xi Jinping si è recato in Serbia per una visita di Stato. La data prescelta non è stata casuale: Xi è arrivato in Serbia il 7 maggio, nel giorno dell’anniversario del bombardamento della Nato che colpì l’ambasciata cinese in cui morirono tre giornalisti cinesi. Nella foto il tweet del Quotidiano del Popolo sull'anniversario nel 2021
L’elezione di Donald Trump ha cambiato le carte in tavola. In Cina hanno trovato grande eco sui media nazionali le parole pronunciate da Ursula von Der Leyen il 4 febbraio a proposito della necessità di “riequilibrare i rapporti con la Cina” e di “accordi possibili”. Secondo Pechino la presidenza Trump suggerisce all’Europa di tornare a guardare alla Cina con meno scetticismo, come potenza responsabile e in grado di sopperire ai rischi delle politiche tariffarie di Trump.
Alle parole di Von Der Leyen ha risposto il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian, secondo cui UE e Cina possono trovare accordi che potrebbero persino espandere i legami commerciali e di investimento. “La Cina - ha spiegato Lin - attribuisce grande importanza ai suoi legami con l’UE e vede l’UE come il suo partner strategico globale e un polo importante e indipendente nel mondo multipolare. Ci auguriamo che l'UE diventi anche un partner di cooperazione affidabile della Cina”. E che l’aria sia cambiata è evidente anche sui media nazionali cinesi.
Sul portale 163.cn si legge che “In occasione dell'incontro annuale del World Economic Forum del 2025 a Davos, il discorso di von der Leyen ha attirato grande attenzione: ha menzionato la Cina ben 14 volte e ha affermato che l’UE spera di raggiungere vantaggi reciproci e risultati vantaggiosi per entrambe le parti. Si tratta di un grande cambiamento, soprattutto considerando il suo passato di dura critica nei confronti della Cina e l’imposizione di tariffe elevate sui veicoli elettrici cinesi. Perché sta succedendo questo? Nell’attuale panorama economico mondiale, l’UE è pienamente consapevole che affidarsi esclusivamente al mercato interno è ben lungi dall’essere sufficiente e che è necessario cooperare di più con i paesi di tutto il mondo, in particolare con economie importanti come la Cina”.
Simone Pieranni ha vissuto in Cina diversi anni e la racconta all’interno dei podcast Altri Orienti e Zoom Cina e nella newsletter Il Partito, a cui potete iscrivervi qui:
La Cina è il secondo partner commerciale dell’UE
🇪🇺 Altre cose successe in Europa questa settimana
La Commissione europea ha presentato al Parlamento di Strasburgo il suo programma di lavoro per il 2025: 51 iniziative totali, con un focus sulla semplificazione per le aziende.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha promesso 200 miliardi di investimenti sull’intelligenza artificiale durante un summit sul tema a Parigi.
In Austria sono saltati definitivamente i negoziati per la formazione di un nuovo governo fra il Partito popolare austriaco (ÖVP), di centrodestra, e i nazionalisti di destra radicale del partito della libertà d'Austria (FPÖ).
🪰 Una fabbrica di insetti coi fondi europei
Da Bruxelles andiamo in provincia di Alessandria, dove un programma di finanziamento regionale con fondi europei ha permesso la nascita di Bef Biosystems, una “fabbrica di insetti” che alleva larve di mosca destinate a diventare mangime ad alto contenuto proteico per altri animali.
🗓️ Ci vediamo a Verona!
📍 Mercoledì 19 febbraio ore 16:30 - Verona
Con Fondazione Cariverona e Upskill 4.0 saremo a Verona mercoledì 19 febbraio, per parlare di giovani, attrattività e futuro dei territori.
Scopriremo insieme cosa rende un luogo attrattivo per le nuove generazioni, con dibattiti su lavoro, cultura e mobilità. Un’occasione per confrontarsi con esperti, ascoltare soluzioni concrete e creare nuove connessioni durante l’aperitivo finale.
☢️ Parliamo di nucleare e energia
Il governo sta lavorando a un disegno di legge per rilanciare il nucleare in Italia, con un programma nazionale e l’individuazione dei siti per nuove centrali. Dopo anni di dibattiti e referendum, è davvero possibile? E con quali implicazioni?
Ne parleremo con il nostro autore di politica Carlo Notarpietro e due ospiti: Giovanni Mori (ingegnere energetico, divulgatore, attivista per il clima) e Luca Romano (fisico, divulgatore e fondatore de L’Avvocato dell’atomo).
L’evento è riservato agli iscritti alla membership di Will: puoi provarla gratis per 1 mese e partecipare, così se ti piace puoi continuare a sostenerci!
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