Le nuove facce del Parlamento europeo
Tra i 720 candidati eletti ci sono ex capi di governo, ex commissari o funzionari europei, attivisti e perdenti di successo. Ne abbiamo scelti dieci
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Mentre capi di governo e leader politici discutono la scelta delle figure che guideranno l’UE, il Parlamento europeo ha terminato il conteggio dei seggi, che vi avevamo anticipato nella puntata speciale di Spinelli uscita lunedì.
Oggi invece vi facciamo conoscere qualcuna delle facce che vedrete a Bruxelles e Strasburgo: cinque eurodeputati italiani, e cinque di altri Paesi, da tenere d’occhio nei prossimi cinque anni.
Alert: è una newsletter un po’ più lunga del solito, ma conoscere questi dieci nomi sarà molto utile per capire i prossimi di cinque anni di legislatura europea!
La ripartizione dei seggi non era definitiva al momento in cui è uscita la newsletter, e potrebbe leggermente cambiare.
🕓 Questa newsletter oggi conta 2.150 parole e si legge tutta in 10 minuti.
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La sua candidatura è stata una mossa vincente per Alleanza Verdi/Sinistra, visto che Ilaria Salis è stata eletta in entrambe le circoscrizioni in cui era candidata.
Dopo un anno di carcere con l’accusa di aver aggredito militanti di estrema destra e dopo le immagini di lei a processo in catene che hanno scatenato un caso diplomatico, l’insegnante lombarda è stata liberata dagli arresti domiciliari grazie all’immunità parlamentare.
Potrà quindi partecipare alla sessione inaugurale dell’Eurocamera, il 16 luglio a Strasburgo, ma la magistratura ungherese potrebbe comunque presentare prima o poi una richiesta di sospensione dell’immunità, che sarebbe sottoposta al voto del Parlamento stesso.
Anche per questo motivo, la sua figura sarà rilevante per la discussione sul rispetto dello Stato di diritto in Ungheria, tema su cui il Parlamento si è espresso in maniera molto critica in passato.
A lui sono affidate molte delle relazioni internazionali di un partito che fino a pochi anni fa appariva ai margini della vita politica europea.
Nell’ultima legislatura Nicola Procaccini è stato il co-presidente del gruppo dei Conservatori e riformisti europei. Ha contribuito al cambio di strategia di FdI in Europa, che è passato dall’essere un partito profondamente euroscettico - con la volontà persino di uscire dall’Euro - a un partito più moderato e conservatore. Procaccini è sostenitore di un modello confederale in cui “l’Unione europea fa poche cose, ma le fa bene”, per usare le sue parole. Mantiene la linea dura sull’immigrazione irregolare, la contrarietà ai provvedimenti del Green Deal e difende il diritto di veto, ma rifiuta per il suo partito l’etichetta di “euroscettico”.
Sotto la sua guida, il gruppo ECR ha sostenuto fermamente il supporto militare dell’UE all’Ucraina, e anche grazie a questo si è avvicinato al Partito popolare europeo, distanziandosi dall’altro gruppo di destra radicale, Identità e democrazia. Tanto che prima del voto la candidata capolista del PPE Ursula von der Leyen non aveva escluso la collaborazione in questa nuova legislatura, di fatto aprendo le porte della sua maggioranza alla destra radicale.
Apprezzata a Bruxelles per la sua competenza in materia economica, Irene Tinagli è stata nella scorsa legislatura presidente della commissione Affari economici dell’Europarlamento.
Un ruolo delicato, soprattutto nel periodo della modifica delle regole fiscali dell’Unione europea, che potrebbe toccarle di nuovo anche negli anni in cui gli Stati membri dovranno adeguarsi alle nuove norme su debito e deficit, pena procedura di infrazione.
Il fatto che la delegazione italiana sia ora la più numerosa nel gruppo dei Socialisti e democratici le consente di ambire anche a un altro ruolo di prestigio: la presidenza di S&D, incarico che il PD si giocherà probabilmente con gli spagnoli del PSOE.
Arriva a Bruxelles forte di oltre 43 mila preferenze dopo otto anni da sindaca di Monfalcone, un paese in provincia di Gorizia con una nutrita comunità di cittadini originari del Bangladesh. Anna Maria Cisint negli anni ha promosso diverse iniziative che definisce “di non-sottomissione”, per lo più dirette contro le persone di fede musulmana.
Nell’estate 2023 cercò il modo di vietare il bagno con il burkini, a Natale fece chiudere alcune moschee. Ha boicottato in vari modi il gioco del cricket, lo sport preferito dai giovani dell’Asia meridionale, arrivando a proibirlo nei parchi cittadini. Per le sue battaglie “anti-islamiche” potrà contare sul supporto dei suoi alleati: il Partito per la Libertà olandese, che fa parte dello stesso gruppo della Lega, vuole la messa al bando del velo nella pubblica amministrazione e chiudere le scuole coraniche nei Paesi Bassi.
Il curriculum da calciatrice, allenatrice e commentatrice televisiva non assomiglia troppo a quello dei suoi futuri colleghi. Ma Carolina Morace, probabilmente il volto più noto del calcio femminile in Italia, promette di andare all’attacco sui diritti civili e contro le discriminazioni, a partire dalla parità salariale nel mondo del lavoro e nel settore dello sport.
L’ostacolo più grande al suo lavoro potrebbe però essere la squadra per cui gioca: nell’ultima legislatura i deputati del M5S sono rimasti senza una famiglia politica di appartenenza, cosa che impedisce loro di presiedere le commissioni parlamentari e ne riduce budget e tempi di intervento all’emiciclo.
La mancanza di un orientamento politico “tradizionale” è sempre stato un ostacolo per l’affiliazione del M5S, che nella sua prima esperienza all’Eurocamera (2014-2019) si era sistemato nel gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta guidato dal Partito per l’indipendenza del Regno Unito di Nigel Farage.
Nel mandato successivo, il gruppo si è sciolto, e la delegazione dei Cinque Stelle ha tentato sottotraccia di entrare nel gruppo Verdi/ALE a cavallo tra il 2019 e il 2020, ma è stata respinta per la sua struttura organizzativa, la partecipazione al governo con la Lega, e la precedente alleanza con partiti euroscettici.
Il M5S è rimasto per tutto il quinquennio fra i non iscritti, situazione che potrebbe ripetersi in questa legislatura e che di fatto riduce la rilevanza del partito a livello europeo.
Si può arrivare secondi a un’elezione e fare comunque un’impresa. Soprattutto se l’elezione si tiene in Ungheria, dove il partito Fidesz del primo ministro Viktor Orbán domina incontrastato la scena politica da vent’anni. Ma questa volta, ha uno sfidante vero: si chiama Péter Magyar e guida il partito Tisza, che oltre a essere un fiume ungherese è la crasi delle parole “rispetto” e “libertà”.
Magyar è stato non solo membro di Fidesz, ma anche funzionario governativo e marito di una delle figure più vicine a Orbán, l’ex ministra della Giustizia Judit Varga. Poi qualcosa è cambiato: a marzo 2023 la rottura del matrimonio, un anno dopo quella con il suo partito. Magyar ha denunciato il malaffare del governo ungherese, rotto ogni relazione con il partito del primo ministro e ne ha formato uno suo, puntando soprattutto sulla lotta alla corruzione.
In pochi mesi ha raccolto un sostegno popolare insperato ed è passato indenne dalle accuse di violenza domestica dell’ex moglie, di cui aveva pubblicato conversazioni private per denunciare la collusione della giustizia ungherese con membri del governo coinvolti in uno scandalo di corruzione. La campagna elettorale è stata trionfale, con cortei di decine di migliaia di persone che in Ungheria non si vedevano da tempo, e il risultato ha mantenuto le aspettative: quasi 30% dei voti e sette eurodeputati.
La sfida al potere di Orbán correrà in parallelo fra Budapest e Bruxelles, dove Magyar cercherà di avere una posizione più moderata e conciliante con le istituzioni rispetto a quella ostile del primo ministro. La sua prima mossa è stata entrare nel Partito popolare europeo, quello a cui apparteneva Fidesz fino al 2021.
Fonte: @meme_ec
In Belgio è una delle figure politiche più popolari: l’ha votata persino la regina Paola Ruffo di Calabria, madre dell’attuale re Filippo, scrivendosi il suo nome su un fazzoletto.
Sophie Wilmès stata primo ministro del Paese durante la prima ondata della pandemia da Covid19 e poi ministra degli Esteri: incarico a cui ha rinunciato nel 2022, per occuparsi del marito malato di cancro.
Dopo la morte del marito e la pausa dalla vita politica, è stata scelta come capolista del partito belga Mouvement Réformateur, ottenendo un seggio. All’Europarlamento sarà una delle deputate più influenti, e potrebbe diventare la presidente del gruppo liberale Renew Europe, al posto della francese Valérie Hayer indebolita dal pessimo risultato del suo partito Renaissance alle elezioni.
La parabola politica di Manfred Weber sembrava destinata al declino quando nel 2019 non fu scelto come presidente della Commissione, nonostante fosse il candidato capolista del Partito popolare europeo vincitore delle elezioni. Invece il coriaceo esponente della CSU, la branca bavarese dei cristiano-democratici tedeschi, è diventato in cinque anni il perno del PPE. Presidente del partito, presidente del gruppo all’Europarlamento e principale artefice dell’elezione di Roberta Metsola alla presidenza dell’Eurocamera.
Secondo il quotidiano Politico, è il vero vincitore di queste elezioni: i popolari sono l’unico gruppo dell’attuale maggioranza ad aver guadagnato deputati invece di perderne. Se Ursula von der Leyen dovesse essere confermata come presidente della Commissione, sarebbe rispettato il principio del “candidato capolista”, per cui Weber si è battuto. In caso contrario, il nuovo presidente sarà comunque con ogni probabilità un membro del PPE e Weber avrà forte voce in capitolo nel designarlo.
Nel 2022 fu costretto a dimettersi dalla guida di Frontex, dopo un’inchiesta dell’Ufficio europeo antifrode sull’operato dell’agenzia che ne criticava le responsabilità sui respingimenti illegali di persone migranti nel Mar Egeo.
Oggi il francese Fabrice Leggeri torna a lavorare per le istituzioni europee: non più come funzionario di alto livello, ma da europarlamentare del più grande partito dell’Eurocamera, il Rassemblement National.
Nemico giurato delle ONG, che accusa di “terrorismo intellettuale”, Leggeri imposterà il suo mandato sulla lotta all’immigrazione irregolare. In una recente intervista, ha promosso il suo sistema: frontiere sigillate e richieste di asilo da effettuare solo nei consolati europei dei Paesi terzi, per evitare traversate irregolari.
Alla fine ce l’ha fatta a essere eletta, nonostante la rivelazione di alcuni messaggi privati abbia seriamente rischiato di comprometterne la candidatura. La 23enne austriaca Lena Schilling è una delle poche reduci della cosiddetta onda verde che aveva travolto l’Europa nel 2019 e che a queste elezioni ha perso slancio.
Attivista di Fridays for Future, è stata candidata dai verdi austriaci per portare le sue istanze ambientaliste radicali all’Eurocamera, nonostante avesse più volte criticato il partito in passato.
Sembrava che la sua candidatura stesse per naufragare dopo la pubblicazione da parte del giornale Der Standard di alcune conversazioni private in cui Schilling pianificava di farsi eleggere e poi abbandonare il gruppo dei Verdi/ALE per passare a quello della Sinistra.
Il caso ha dominato il dibattito elettorale nel Paese, provocando persino l’intervento in sua difesa del Presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen, che per questo è stato definito uno “sugar daddy” dal candidato capolista del Partito della Libertà austriaco. Con queste premesse, la sua legislatura all’Eurocamera si annuncia quantomeno curiosa.
🎨 Il Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia
Da Bruxells voliamo a Palermo, per ammirare una collezione permanente di arte contemporanea siciliana. Il Museo d’arte contemporanea della Sicilia si trova proprio nel centro storico della città, all’interno del palazzo Belmonte Riso: per riqualificarlo sono stati utilizzati 6,5 milioni di euro dal Fondo per lo sviluppo e coesione 2014-2020. Ve lo raccontiamo in questo post.
🎙️ I nostri podcast che parlano di UE
In Shape of EU parliamo dell’impatto delle politiche di coesione sulle nostre vite, in collaborazione con la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione Europea 👇
In Globally Focus: UE, spinoff del nostro podcast Globally che realizziamo insieme a ISPI, Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti ci aiutano ad approfondire l’Unione europea 👇
In Actually Bio, con Riccardo Bassetto e Riccardo Haupt, raccontiamo le storie dei personaggi che stanno cambiando il mondo della tecnologia. Nella nuova puntata per la prima volta lo facciamo con un personaggio delle istituzioni: la Commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager👇
🇪🇺 Come studiare, lavorare e vivere in un altro Paese europeo?
Cosa spinge gli italiani e le italiane a trasferirsi all’estero? Quali sono le principali opportunità, le più grandi difficoltà? E come si fa a superarle?
In questo documentario insieme alla nostra Giulia Bassetto abbiamo incontrato chi già vive all’estero e proviamo a dare qualche consiglio a chi sta pensando di andare a studiare, lavorare, fare volontariato o un tirocinio in un Paese dell’UE👇
In queste settimane abbiamo provato a raccontare come funziona l’Unione europea, cosa proponevano i partiti candidati alle elezioni, perché era così importante questo voto e tanto altro.
Speriamo che i nostri contenuti possano esserti stati utili per arrivare a queste elezioni in modo più consapevole: la community di Spinelli è cresciuta tanto, e nei prossimi mesi - che saranno fondamentali per il futuro dell’UE - continueremo a raccontare quello che succede a Bruxelles, ogni venerdì. Se questa newsletter l’hai trovata interessante, invita altri ad iscriversi!
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