Chi ha vinto e chi ha perso le elezioni europee
L’ascesa dei partiti di destra radicale non ha intaccato la tradizionale maggioranza del Parlamento UE, ma potrebbe sconvolgerne gli equilibri
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles, e quella di oggi è un’edizione speciale che esce eccezionalmente di lunedì per raccontarvi le elezioni europee.
🕓 Questa newsletter oggi conta 1.555 parole e si legge tutta in 8 minuti.
In queste settimane abbiamo provato a raccontare come funziona l’Unione europea, cosa proponevano i partiti candidati alle elezioni, perché era così importante questo voto e tanto altro.
Speriamo che i nostri contenuti possano esserti stati utili per arrivare a queste elezioni in modo più consapevole: la community di Spinelli è cresciuta tanto, e nei prossimi mesi - che saranno fondamentali per il futuro dell’UE - continueremo a raccontare quello che succede a Bruxelles, ogni venerdì. Se questa newsletter l’hai trovata interessante, invita altri ad iscriversi!
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🔵 Il PPE è ancora il gruppo politico più votato nell’UE
Il Partito popolare europeo è ancora il più votato nei Paesi dell’UE, e avrà ancora un quarto dei deputati del prossimo Parlamento. Gli altri gruppi dell’attuale maggioranza all’Eurocamera sono calati: di poco i Socialisti e democratici (dal 20% al 18%), di parecchio i liberali di Renew Europe (dal 14% all’11%). Pure i deputati assegnati ai Verdi sono calati, dal 10 al 7%, mentre è cresciuta la rappresentanza della destra radicale, anche se in questo caso la suddivisione dei partiti nei gruppi politici rende i calcoli più complicati.
La ripartizione dei seggi non era definitiva al momento in cui è uscita la newsletter, e potrebbe leggermente cambiare.
🇮🇹 L’esito delle europee in Italia
In Italia, per la prima volta l’affluenza alle urne è scesa sotto il 50%. È un risultato sconfortante, ma in linea con l’andamento storico: quando nel 1979 in Italia si votò per la prima volta per eleggere il Parlamento europeo, l'affluenza fu dell'84,9%. Da allora il dato è sempre sceso, elezione dopo elezione.
E questo dato condiziona tutti gli altri, perché al di là delle percentuali che possono essere aumentate o diminuite, tutti i partiti italiani principali hanno perso voti in termini assoluti, tranne Alleanza Verdi/Sinistra che ne ha guadagnati, e il Partito democratico, che è rimasto sostanzialmente invariato.
Fratelli d’Italia si conferma comunque il primo partito, con oltre il 28% e dovrebbe eleggere 24 eurodeputati. Il Partito Democratico, al secondo posto con il 24% ne eleggerebbe 21. Entrambi costituiscono la delegazione più nutrita del proprio gruppo politico, rispettivamente Conservatori e Riformisti europei (ECR) e Socialisti e Democratici (S&D). Movimento Cinque Stelle, Forza Italia e Lega sono tra il 9% e il 10% e dovrebbero eleggerne otto a testa, mentre Alleanza Verdi/Sinistra ha superato il 6% e porterebbe in Europa sei candidati, che si divideranno fra il gruppo dei Verdi e quello della Sinistra. Restano fuori dal Parlamento europeo sia Stati Uniti d’Europa sia Azione, non avendo raggiunto la soglia del 4%.
🗳️ Come è andata nel resto d’Europa? Cinque risultati da segnalare
🇫🇷 L’esito più eclatante negli altri Paesi arriva dalla Francia: il partito di destra radicale Rassemblement National ha conquistato il 31% delle preferenze, doppiando la coalizione di centro Besoin d’Europe, di cui fa parte il partito del presidente Emmanuel Macron, e diventando il primo partito in Europa per numero di deputati. Il risultato ha spinto Macron a sciogliere l’Assemblea Nazionale, la camera bassa del Parlamento francese, e a indire nuove elezioni per il 30 giugno e il 7 luglio. Una decisione molto controversa, che porterà probabilmente a una vittoria del RN anche alle legislative, anche se non è scontato che un buon risultato a livello nazionale si traduca automaticamente in una maggioranza in Parlamento, per effetto della legge elettorale a due turni che storicamente non gioca a favore del partito di Le Pen e Jordan Bardella.
🇩🇪 Un partito di destra radicale ha ottenuto un ottimo risultato anche in Germania: Alternative für Deutschland è vicina al 16%, superata solo dai popolari della CDU. Tutti e tre i partiti che formano la coalizione di governo tedesca sono crollati: Socialisti (SPD, terzi), Verdi (Grünen, quarti) e liberali (FDP, sesti). Come il suo omologo francese, anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz esce indebolito dalla tornata elettorale.
🇪🇸 🇵🇹 Nella pensiola iberica è andato in scena un testa a testa fra un partito popolare e uno socialista. In Spagna ha vinto il Partido Popular di quattro punti percentuali, in Portogallo il Partido Socialista di uno. In entrambi i casi, la terza forza è un partito di destra radicale molto vicino al 10%, Vox (ECR) e Chega (ID).
🇩🇰 La Danimarca ha offerto invece un risultato controcorrente: il Socialistisk Folkeparti, che fa parte del gruppo dei Verdi/Alleanza libera per l’Europa, è stato il partito più votato con il 17%, anche se i liberali di Venstre (Renew Europe) hanno ottenuto più seggi. La Danimarca resta l’unico Stato in cui hanno vinto i verdi, oltre ai Paesi Bassi, dove però correvano in lista con il partito socialista locale.
🇭🇺 In Ungheria, infine, Fidesz del primo ministro Viktor Orbán si conferma primo partito del Paese con il 44% dei voti. Ma questo è il peggior risultato degli ultimi 18 anni e riduce i suoi europarlamentari da 12 a 10. Merito soprattutto del nuovo partito di opposizione, che confluirà nel PPE: si chiama Tisza e lo guida Magyar Péter, ex membro proprio di Fidesz ed ex marito di Judit Varga, fedelissima di Orbán.
⚫️ I partiti di destra radicale sono stati i più votati in cinque Paesi UE
🇪🇺 Cosa cambia e cosa no al Parlamento europeo
Nel prossimo Parlamento la coalizione formata da popolari, socialisti e liberali potrà nuovamente formare una maggioranza. I tre partiti messi insieme superano abbondantemente la soglia di 361 eurodeputati necessaria per eleggere il presidente della Commissione.
Ma la crescita della destra radicale è evidente. A livello nazionale, i partiti di estrema destra primeggiano in cinque Paesi dell’UE, tra cui tre dei suoi membri fondatori: Italia, Francia, Belgio, Austria e Ungheria.
A livello europeo, invece i due gruppi Conservatori e riformisti europei (quello di Fratelli d’Italia) e Identità e democrazia (quello della Lega) sono cresciuti di poco. Ma sul conteggio pesa il fatto che due grossi partiti di quell’area, Fidesz e Alternative für Deutschland, al momento sono conteggiati tra i Non iscritti. Cento seggi saranno assegnati a eurodeputati di forze politiche non affiliate, oppure di nuovo ingresso nel Parlamento, e molti di questi deputati potrebbero unirsi a uno dei due gruppi di destra radicale, o formarne un altro nuovo.
Lo slittamento a destra nella composizione dell’Eurocamera tuttavia potrebbe essere ininfluente nell’elezione del presidente della Commissione, che sarà quasi sicuramente un esponente del PPE. Probabilmente l’attuale presidente Ursula von der Leyen, che infatti ha celebrato i risultati come una vittoria.
Probabilmente, perché come vi abbiamo raccontato in questo numero di Spinelli, il presidente della Commissione europea viene prima scelto dai capi di Stato e di governo dell’UE, e poi confermato dal Parlamento europeo. Domani si incontreranno a Bruxelles i presidenti dei gruppi politici, mentre sono già cominciati i negoziati che definiranno le prossime cariche dell’UE. Tutto resta ancora da decidere, e nulla è scontato.
💶 Come saranno i prossimi fondi di coesione?
Il prossimo Parlamento europeo dovrà occuparsi anche dei fondi di coesione, che hanno una programmazione settennale. Il prossimo ciclo comincia nel 2028 e sarà delineato nell’ambito dei negoziati tra l’Eurocamera e gli Stati membri sul Quadro pluriennale finanziario, cioè il budget complessivo dell’Unione europea. Attualmente, i fondi di coesione sostengono due obiettivi specifici: un’economia circolare e più decarbonizzata, e un’Europa più connessa.
🎙️ Podcast che parlano di UE
Nella nuova puntata di Closer con Francesco Oggiano analizziamo chi ha vinto, chi ha perso e cosa cambia in Europa👇
In Shape of EU parliamo dell’impatto delle politiche di coesione sulle nostre vite, in collaborazione con la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione Europea 👇
In Globally Focus: UE, spinoff del nostro podcast Globally che realizziamo insieme a ISPI, Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti ci aiutano ad approfondire l’Unione europea 👇
In Actually Bio, con Riccardo Bassetto e Riccardo Haupt, raccontiamo le storie dei personaggi che stanno cambiando il mondo della tecnologia. Nella nuova puntata per la prima volta lo facciamo con un personaggio delle istituzioni: la Commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager👇
🇪🇺 Come studiare, lavorare e vivere in un altro Paese europeo?
Ccosa spinge gli italiani e le italiane a trasferirsi all’estero? Quali sono le principali opportunità, le più grandi difficoltà? E come si fa a superarle?
In questo documentario insieme alla nostra Giulia Bassetto abbiamo incontrato chi già vive all’estero e proviamo a dare qualche consiglio a chi sta pensando di andare a studiare, lavorare, fare volontariato o un tirocinio in un Paese dell’UE👇
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