L'estrema destra sarà maggioranza al prossimo Parlamento europeo?
I partiti di destra sono in crescita in tutta Europa e potrebbero cambiare gli equilibri delle forze politiche con le elezioni di giugno
Ciao!
Io sono Vincenzo Genovese e questa è Spinelli, la newsletter settimanale di Will che racconta l’Unione europea da Bruxelles.
Questa settimana il gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo ha di fatto scelto il proprio “Spitzenkandidat”, ovvero il candidato capolista alle prossime elezioni europee: sarà il lussemburghese Nicolas Schmit, attuale commissario europeo al Lavoro e ai Diritti sociali, che si è molto battuto per una direttiva che adegui il salario minimo (nei Paesi europei che ce l’hanno) al costo della vita.
A proposito di elezioni, oggi parliamo della crescita dell’estrema destra in Europa.
Questa settimana al Parlamento europeo si è tenuto un dibattito sul tema “Contrasto alla rinascita del neofascismo in Europa, anche a seguito del corteo che si è svolto a Roma il 7 gennaio”, di cui abbiamo parlato in questo post. In Europa, I partiti di estrema destra sono spesso accusati di non condannare in maniera chiara neofascisti e neonazisti.
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🇪🇺 L’estrema destra è divisa al Parlamento europeo
In molti dei 27 Stati membri dell’Unione europea, partiti nazionalisti e profondamente conservatori registrano un aumento dei consensi in vista delle elezioni europee. Alcuni di questi hanno già trionfato nelle ultime elezioni nazionali, come Fratelli d’Italia o il Partito per la Libertà nei Paesi Bassi. Altri fanno parte di governi a livello regionale, come Vox in Spagna, o sono stati a lungo al potere, come il partito Diritto e giustizia in Polonia.
La galassia dell’estrema destra in Europa, comunque, è molto variegata. I partiti che la compongono hanno tutti diversi punti in comune: tendenze sovraniste e protezionistiche, insistenza sul contrasto all’immigrazione irregolare, opposizione a una maggiore integrazione europea. Ma sono anche divisi fra loro su alcuni temi rilevanti, come la posizione sulla guerra in Ucraina.
Al Parlamento europeo, questi partiti si dividono in due gruppi: i Conservatori e riformisti europei (ECR), di cui fa parte Fratelli d’Italia, e Identità e democrazia (Id), di cui fa parte la Lega. Attualmente sono il quinto e il sesto gruppo politico dell’Europarlamento per numero di deputati, rispettivamente 67 e 58, e sono all’opposizione rispetto alla maggioranza trasversale formata da popolari, socialisti, liberali e Verdi.
Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland è stabilmente secondo nelle intenzioni di voto degli elettori tedeschi. Fra i suoi cavalli di battaglia, la retorica contro l’immigrazione nel Paese
🔮 I possibili scenari del prossimo Parlamento europeo
È possibile, ma non scontato, che il probabile aumento dei voti ai partiti di estrema destra si traduca in una crescita dei rispettivi gruppi parlamentari. Gli scenari possibili sono molto vari.
Il primo è che i due gruppi di estrema destra si uniscano: una fusione in grado di generare la prima famiglia politica d’Europa per numero di deputati. L’idea è stata sostenuta in passato, ad esempio, dal segretario della Lega Matteo Salvini, che voleva persino includere il Partito popolare europeo, il gruppo di centrodestra più numeroso del Parlamento comunitario. Sarebbe in pratica l’unione dei gruppi a cui appartengono i partiti al governo in Italia: Forza Italia (PPE), Fratelli d’Italia (ECR) e Lega (ID).
Ma il progetto difficilmente decollerà: il PPE non ha alcuna intenzione di associarsi a partiti che considera anti-europei e quindi “alternativi culturalmente”, come ha dichiarato Antonio Tajani, attuale ministro degli Esteri italiano e figura di spicco del suo gruppo.
La fusione tra ECR e ID invece appare difficile soprattutto per gli equilibri di potere interni ai due gruppi. Un incontro tra Salvini e i primi ministri di Polonia e Ungheria ad aprile 2021 doveva essere il primo passo verso la costruzione di un “rinascimento europeo”, che però si è arenata. Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia e co-presidente dei Conservatori e riformisti europei mi ha detto che “sono due gruppi differenti, con radici politiche diverse”. Insomma, possono collaborare sulle battaglie identitarie dell’estrema destra, ma difficilmente si uniranno.
Un’altra ipotesi è che uno dei due “cannibalizzi” l’altro, sottraendogli alcuni partiti con delegazioni numerose, magari approfittando di buoni risultati elettorali. Alcuni giornali italiani, ad esempio, suggeriscono un possibile avvicinamento tra Fratelli d’Italia (ECR) e il Rassemblement National (ID), il principale partito dell’estrema destra francese guidato da Marine Le Pen, che punta a essere il più votato nel suo Paese alle europee.
Ma l’estrema destra potrebbe anche perdere i pezzi. In particolare un pezzo molto grosso, che dopo il voto di giugno 2024 rischia di risultare persino il partito con più deputati di tutto il Parlamento comunitario: Fratelli d’Italia.
La sua leader Giorgia Meloni ha incontrato più volte nell’ultimo anno il presidente del PPE Manfred Weber, con cui le posizioni politiche stanno progressivamente convergendo su alcuni temi. La linea di Meloni sull’immigrazione irregolare, cioè stringere accordi con i Paesi del Mediterraneo per fermare i flussi, ha preso piede nelle iniziative della Commissione europea, che è guidata da un’esponente del PPE, Ursula von der Leyen. I popolari sembrano invece di recente più rigidi sui temi ambientali, allineandosi su questo alla destra radicale, come dimostrano i voti contro la Legge sul ripristino della natura e contro il dimezzamento dei pesticidi nell’UE entro il 2030.
Anche in questo caso, si tratta di un’ipotesi poco probabile: “Siamo gelosi della nostra identità politica, che ci permette di esprimere al meglio il nostro posizionamento ideale”, sostiene Procaccini. Lo scenario più plausibile al momento è che i due gruppi rimangano molto simili anche nella prossima legislatura, soltanto con alcuni (o molti) europarlamentari in più.
Tra le critiche più feroci di Viktor Orbán all’UE c’è il paragone con l’Unione Sovietica, in un discorso commemorativo sulla rivoluzione ungherese del 1956
🇭🇺 Il partito di Orbán è il “jolly” dell’estrema destra
In più c’è un altro grosso schieramento di estrema destra, che conta 12 eurodeputati, è al governo in uno dei Paesi dell’Unione, ma non fa parte né di ECR né di ID: Fidesz, il partito del primo ministro ungherese Viktor Orbán.
Fidesz è stato sospeso nel 2019 dal Partito popolare europeo, per i crescenti contrasti con i partiti degli altri Paesi, soprattutto i tedeschi, che mantengono una linea politica conservatore ma europeista. I suoi deputati hanno continuato a fare parte del gruppo parlamentare del PPE fino a marzo 2021, quando una modifica al regolamento interno introdotta per sospenderli più facilmente li ha spinti ad andarsene.
Da allora rientrano nei cosiddetti “Non iscritti”, un gruppo misto che conta 51 eurodeputati senza affiliazione politica, di cui fanno parte anche quelli eletti con il Movimento Cinque Stelle. Il partito di Orbán è senza dubbio collocabile all’estrema destra, per le sue posizioni su migranti, diritti delle persone LGBT e ferma opposizione all’integrazione europea.
Ma finora non ha voluto aderire a nessuna delle due famiglie politiche, pur trattando con entrambe. La scelta avverrà probabilmente dopo le elezioni, quando il futuro dei gruppi di estrema destra, e del Parlamento europeo in generale, sarà più chiaro a tutti.
Così la scelta del futuro presidente del Consiglio europeo, che avviene in parallelo a quella dei presidenti di Commissione e Parlamento, potrà essere fatta con più calma. Senza per questo lasciare la guida dell’Unione europea a un euroscettico.
🇮🇹 L’Italia è l’unico Paese dell’UE con due partiti forti di estrema destra
🏞️ Il parco pubblico finanziato coi fondi di coesione europei
Uno dei parchi pubblici più belli d’Italia è stato finanziato anche con fondi europei: i Giardini di Venaria Reale, a Torino, hanno beneficiato dal 1999 di diversi contributi, tra cui una tranche da quasi 12,5 milioni di euro per il restauro e l’efficientamento energetico dei locali. Lo raccontiamo in questo post.
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Ti aspettiamo martedì 30 Gennaio dalle 18:30 per il primo town hall meeting di Will dedicato alla community di expat italiani residenti in Francia.
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🎙️ Per raccontare come sta cambiando la forma dell’Unione europea grazie alle politiche di coesione e quale è il loro impatto sulla vita quotidiana dei giovani abbiamo realizzato Shape of EU, un podcast in collaborazione con la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione Europea 🎙️
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